venerdì 18 settembre 2015

Cambiamento climatico: ci salverà la crisi economica?

Dalla pagina FB di Bodhi Paul Chefurka. Traduzione di MR

Una delle cose interessanti del modo in cui l'economia funziona è che per fare un dollaro è sempre necessario consumare energia. E il consumo di energia (parlando globalmente) comporta il rilascio di CO2. Come abbiamo visto dall'inizio della Rivoluzione Industriale, man mano che l'economia mondiale cresce, le emissioni di CO2 seguono.

Il PIL mondiale potrebbe cominciare a scivolare? Questa probabilità sembra sempre maggiore. Le borse stanno crollando, man mano che i prezzi dei beni collassano, l'economia della Cina sta sprofondando, i rapporti del debito nel mondo stanno lievitando e le banche centrali sembrano aver finito gli strumenti incentivanti su larga scala. Ovviamente siamo a rischio di inversione economica globale, che potrebbe persino già essere in corso.

Sono stato per lungo tempo dell'opinione di recente condivisa dallo scienziato del clima Christopher Reyer, che è stato citato nell'articolo “Il collasso economico limiterà il cambiamento climatico, prevede uno scienziato del clima" quando dice, "Non siamo nemmeno sulla strada per i +6°C perché le economie collasseranno molto prima che ci arriviamo”.


Per cui ho deciso di fare un piccolo esperimento mentale. Cosa succederebbe alle emissioni di CO2 se il mondo entrasse in una depressione analoga alla Grande Depressione dei primi anni 30, ma in qualche modo più duratura? Come ogni buono scienziato amatoriale, comincio dichiarando le mie ipotesi in anticipo.

Ho cominciato con l'ipotesi chiave che l'intensità di CO2 del PIL (la quantità di CO2 emessa per ogni dollaro di PIL) rimarrebbe costante nel periodo della depressione, il che significa che il declino percentuale delle emissioni di CO2 sarebbe lo stesso di quello del PIL.

Quell'ipotesi iniziale si basa sull'ipotesi sottesa: i fattori che in passato hanno ridotto l'intensità di carbonio del PIL – come l'accumulo di energia rinnovabile e il passaggio a livello mondiale verso le economie dei servizi – non saranno più in gioco. Gli investimenti in nuovi impianti di produzione di energia si fermeranno, in quanto non serviranno più e il mondo sarà troppo occupato a cercare di sopravvivere per preoccuparsi di creare più posti di lavoro in servizi finanziari e nell'arredamento di interni.

Lo scenario si dipana così: ho immaginato che il mondo cade in una depressione che inizia praticamente come la Grande Depressione, con tre anni di scivolamento del PIL a doppia cifra. Questo salto è seguito da una tentata ripresa che recupera un po' di campo economico per un anno o due, dopo di che si insedia una discesa economica più graduale ma di maggior durata, che si dipana man mano che si avvicina il 2030.

Nella mia immaginazione il ripido scivolamento economico inizia il prossimo anno, con tre anni consecutivi di declino del PIL mondiale del 11% – più o meno quello che il mondo ha vissuto dal 1929 al 1932. Quei declini sono seguiti da un anno di ripresa e da un anno di paralisi da far strabuzzare gli occhi. Dopo il 2020, comincia lo scivolamento più lungo e lento. Comincia col 5% all'anno e si riduce gradualmente a declini del 2% all'anno verso la fine del decennio. Ogni anno, le emissioni di CO2 scendono della stessa percentuale del PIL.

Ecco come si presenta l'evento in numeri:


Nel 2030, il mondo emetterebbe solo la metà del CO2 che emette oggi – circa la stessa quantità che emetteva nel 1977. Ciò avverrebbe senza alcuna necessità di investimenti in energie rinnovabili o nucleare e senza la necessità di alcun accordo internazionale. Naturalmente, a quel punto il PIL mondiale sarebbe declinato a sua volta della metà...

Ora, questo non è un piano o una proposta. E' solo una descrizione di quello che accadrebbe durante un declino economico simile a quello che abbiamo già vissuto in un passato non troppo lontano.

A differenza delle conferenze internazionali sul clima “estendi-e-fingi”, o le pie illusioni dei sostenitori delle energie rinnovabili, questo processo è garantito che funzioni. Ed un rapido sguardo alle borse di azioni, obbligazioni e beni proprio in questo momento suggerisce che le possibilità che questo accada in realtà sono piuttosto buone.

Forse c'è qualche speranza, dopotutto, per la biosfera...


giovedì 17 settembre 2015

5 trilioni di tonnellate di ghiaccio perse dal 2002

Da “slate”. Traduzione di MR (via Skeptical Science)

Di Phil Plait 

Scrivo del significato che ha il riscaldamento globale per il nostro pianeta e per noi ormai da molto tempo. Una preoccupazione cruciale riguardo a questo è la perdita di ghiaccio terrestre in Antartide e Groenlandia, per molte ragioni. Una è che è un indicatore dei poli, un'anticipazione di cosa significa alzare il termostato globale. Un'altra è che contribuisce all'aumento del livello del mare, che si sta alzando ormai da un bel po' di tempo. La la perdita di ghiaccio terrestre è forse più importante come innesco politico. La quantità totale di ghiaccio terrestre persa ogni anno è diretta, qui, ora. E i numeri sono impressionanti: usando i dati dei satelliti GRACE lanciati nel 2002, gli scienziati hanno misurato che la calotta glaciale dell'Antartide sta perdendo 134 miliardi di tonnellate all'anno e la Groenlandia ne sta perdendo 287.


Dieci miliardi

Se i livelli di popolazione continuano ad aumentare al tasso attuale, i nostri nipoti vedranno la Terra sprofondata in una crisi ambientale senza precedenti, sostiene lo scienziato computazionale Stephen Emmott in in questo estratto dal suo libro Dieci Miliardi

Da “The Guardian”. Traduzione di MR (via Luca Pardi)





La popolazione globale è prevista superare la soglia dei 10 miliardi in questo secolo. Foto: Getty, Corbis

Di  Stephen Emmott

La Terra è la casa di milioni di specie. Solo una la domina. Noi. La nostra intelligenza, la nostra inventiva e le nostre attività hanno modificato quasi ogni parte del nostro pianeta. Di fatto stiamo avendo un profondo impatto su di esso. Di fatto, la nostra intelligenza, la nostra inventiva e le nostre attività ora sono i motori di ogni problema globale che affrontiamo. Ed ognuno di questi problemi sta accelerando man mano che continuiamo a crescere verso una popolazione globale di 10 miliardi. Di fatto, credo che possiamo giustamente definire un'emergenza la situazione in cui ci troviamo – una emergenza planetaria senza precedenti.

mercoledì 16 settembre 2015

Paul Chefurka: come i principi della termodinamica determinano la situazione energetica

DaProsperouswaydown”. Traduzione di MR (via Bodhi Paul Chefurka)

I principi termodinamici spiegano come una base energetica, per l'uomo e per la natura, governa sia l'auto organizzazione gerarchica sia la devoluzione di complessità nei sistemi attraverso le leggi fisiche.

Il principio della selezione naturale si rivela come capace di cedere informazioni che la prima e la seconda legge della termodinamica non sono competenti a fornire. Le due leggi fondamentali della termodinamica sono, naturalmente, insufficienti a determinare il corso degli eventi in un sistema fisico. Ci dicono che certe cose non possono accadere, ma non ci dicono cosa succede (Lotka, 1922).

Arriviamo così alla conclusione che ogni tipo di moto perpetuo è impossibile. Un flusso continuo di energia fresca è necessario per il funzionamento costante di ogni sistema in opera, sia animato sia inanimato. La vita è ciclica per quanto riguarda le sostanze materiali consumate e gli stessi materiali vengono usati in continuazione nel metabolismo. Ma per quanto riguarda l'energia, è unidirezionale e nessun uso ciclico continuo dell'energia è nemmeno concepibile. Se abbiamo energia disponibile, potremmo mantenere la vita e produrre ogni requisito materiale necessario. E' per questo che il flusso di energia dovrebbe essere la prima preoccupazione dell'economia (Soddy, 1926, p. 56).

I processi geologici, i sistemi atmosferici, gli ecosistemi e le società sono interconnessi attraverso una serie di trasformazioni energetiche... ognuna di esse riceve energia e materie dall'altro, ridandola indietro e agendo attraverso meccanismi di retroazione per auto-organizzare il tutto in una grande interazione di spazio, tempo, energia ed informazione. I processi di trasformazione dell'energia in tutta la biosfera costruiscono ordine, degradano energia nel processo e mettono in ciclo materiali ed informazioni in reti di sistemi organizzati gerarchicamente di scala spaziale e temporale sempre maggiore (Odum, 2001, p. 4).

Le prime tre leggi spiegano cosa succede nei singoli processi, mentre i quattro principi aggiuntivi mettono in relazione processi di potenza fra le scale, nel tempo.

1. La Prima Legge di Conservazione dell'Energia dice che l'energia non può essere creata o distrutta, piuttosto, la quantità di energia persa in un processo di stato stazionario non può essere maggiore della quantità di energia guadagnata. Vale a dire, non si può avere niente in cambio di niente, perché materia ed energia vengono conservate. Così, l'energia che fluisce in un sistema (e nello schema di un sistema) deve o essere conteggiata in flussi in uscita dai confini del sistema o in stoccaggio all'interno del sistema. Come riformulato da CP Snow: non puoi vincere.


2. La Seconda Legge, l'Entropia, dice che l'entropia in un sistema isolato in equilibrio tenderà ad aumentare nel tempo, avvicinandosi ad un valore massimo nel punto di equilibrio; i sistemi hanno una tendenza ad aumentare la propria entropia nel tempo. L'energia viene trasformata dal lavoro. Così, l'energia dispersa non può fare più lavoro e lascia degradata il sistema definito, raffigurato nei diagrammi come pozzo di calore. Non si può tornare allo stesso stato energetico durante il lavoro, perché c'è sempre un aumento del disordine, parte del calore va sprecato in tutti i processi in quanto la disponibilità di energia potenziale viene perduto. Come riformulato da Snow: non puoi pareggiare.


3. Man mano che la temperatura si avvicina allo zero assoluto, il cambiamento di entropia di un sistema a sua volta si avvicina allo zero, quindi è impossibile ridurre l'entropia di un sistema al suo valore di zero assoluto. L'entropia dipende dalla temperatura e porta alla formulazione dell'idea di zero assoluto, che è irraggiungibile. In altre parole, non si può cambiare il sistema o, come riformula Snow: non puoi ritirarti dal gioco.

Leggi o principi proposti

4. Non si può giocare a lungo a meno che non rubi pedine all'avversario


Una quarta legge energetica proposta è il Principio di Potenza Massima: “Nella competizione fra i processi auto-organizzati, i progetti di rete che massimizzano il potenziamento prevarranno” (Odum, 1996). “Siccome i progetti con migliori prestazioni prevalgono, l'auto-organizzazione seleziona le connessioni di rete che ridanno indietro energia trasformata per aumentare l'afflusso di risorse o per usarle in modo più efficiente” (Odum, 2000). Denominata Principio di Massima Potenza e un corollario, Potenziamento Massimo, questa idea, adattata da Lotka (1922), spiega perché i sistemi come le civiltà possono auto-organizzarsi al di fuori della tendenza universale verso l'entropia. L'energia alimenta la complessità con la trasformazione tramite lavoro in gerarchie sempre più alte di complessità ed ordine, rinforzando la produzione tramite l'acquisizione di energia disponibile massimizzata. La riformulazione, Potenziamento Massimo, descrive il tasso massimo di acquisizione di emergia. “Col tempo, tramite il processo di prova ed errore, i modelli complessi di strutture e processi si sono evoluti... quelli di successo sopravvivono perché usano bene materiali ed energie per la propria manutenzione e competono bene con altri modelli che il caso interpone”  (Odum). I fattori di qualità dell'energia (transformities, sotto) offrono più precisione nel comprendere come si auto-organizzano i sistemi. Quest'idea è importante anche per spiegare l'equilibrio reciproco fra potenza ed efficienza e come viene usata l'energia dai sistemi. Quando le forniture di energia sostengono la crescita accelerata, la massima potenza favorisce la competizione. Quando l'energia è limitata dal flusso, i livelli di crescita si livellano e vengono favorite unità diverse e cooperative (Odum, 2007). Questa idea di successione diventa importante per spiegare come smettono di crescere i sistemi, una volta maturi, e a persino devolvere, tramite impulsi. La prima priorità dei sistemi è quella di massimizzare l'afflusso di energia; la loro seconda priorità è massimizzare l'efficienza nell'elaborazione dell'energia.



5. Più rubi, più accorci la lunghezza totale del gioco

“Un quinto principio proposto delle gerarchia energetica o Transformity, afferma che il fattore qualitativo dell'energia aumenta gerarchicamente. Detto semplicemente, energie di diversi tipi formano una gerarchia di qualità. Perché? Perché questo progetto massimizza il potenziamento. Da studi di isotopi nelle catene alimentari ecologiche, Odum ha proposto che le trasformazioni dell'energia formano una serie gerarchica misurata dall'aumento di Transformity. I flussi di energia sviluppano reti gerarchiche nelle quali le energie che affluiscono interagiscono e vengono trasformate da processi di lavoro in forme di energia di maggiore qualità che rispondono ad azioni di amplificazione, aiutando a massimizzare la potenza del sistema” - (Odum 1994, p. 251). Questa trasformazione può essere misurata come la quantità di energia di un tipo necessaria per fare un'unità di energia di un altro tipo. Amplificatori di retroazione, o autocatalisi, creano flussi amplificatori di energia in aumento creando piramidi di complessità come le catene alimentari.


6. Lo scopo del gioco è quello di farlo durare il più possibile

Una sesta legge energetica proposta afferma che i cicli materiali hanno modelli gerarchici misurati dal rapporto emergia/massa che determina la loro zona, ampiezza e frequenza di pulsazione nella gerarchia energetica. I materiali sono accoppiati alla gerarchia di trasformazione dell'energia e circolano verso i centri della concentrazione gerarchica, re-circolando verso le concentrazioni di fondo disperse. 



In aggiunta, la legge di conservazione della materia afferma che ingressi di materie grezze inorganiche devono essere contate o per gli stoccaggi o per i deflussi tramite circolazione quando descritti nei sistemi, similmente all'energia, come raffigurato sotto dai flussi di materiali. 




7. I soldi del gioco sono contraffatti

Odum ha proposto anche la Gerarchia dei Soldi come settima legge (Odum, 2000, p. 12). I soldi sono accoppiati alle serie di trasformazioni dell'energia (gerarchia energetica) e sono limitati dalle proprietà della gerarchia. Le loro proprietà cambiano passando a centri più alti di concentrazione, le città. Ai livelli bassi sulla sinistra ci sono le trasformazioni ambientali libere senza soldi. Ad ogni passo più alto c'è un valore aggiunto, quindi la concentrazione di soldi aumenta come il rapporto energia/soldi. L'energia per unità di soldi diminuisce e, viceversa, i soldi per unità di energia (prezzo) aumentano. Nei centri, la circolazione di soldi è più concentrata ma il potere d'acquisto dei soldi è minore (Odum, 2000, p. 11).







martedì 15 settembre 2015

Siccità e alluvioni: la nuova normalità

di Jacopo Simonetta


Il giorno dodici Agosto ero a Rossano Calabro.   In poche ore sono caduti 15 cm di pioggia, tanti quanti avrebbero dovuto caderne in 5 mesi, solo che non erano caduti.

Alluvioni e nubifragi sono spettacolari e drammatici.   Nel giro di poche ore ci sono grossi danni, spesso morti, feriti e dispersi.   Accorrono elicotteri e mezzi anfibi, mentre video e foto diventano virali su internet, amici e conoscenti telefonano angosciati ed i sindaci rilasciano proclami roboanti.


Le siccità sono infide e neglette.  Si sviluppano silenziosamente per anni, spesso per decenni, senza che apparentemente succeda niente di straordinario.   Solo climatologi, naturalisti ed i contadini ci fanno caso, ma non ci sono foto o video spettacolari da postare.   Le autorità semplicemente ignorano la cosa finché non si prosciugano i rubinetti di qualche città o quando collassa un intero settore economico.    Allora scatta l’emergenza e come tale viene trattata:  laddove ce lo si può ancora permettere, si tenta di sostituire con un fiume di soldi i fiumi di acqua che sono scomparsi.   Ma non funziona mai, spesso anzi contribuisce a peggiorare le cose perché non si capiscono, o non si vogliono capire, due punti fondamentali:

1 – Siccità ed alluvioni sono in buona misura due facce della stessa medaglia.

2 – Tanto l’una che l’altra non sono un’emergenza, ma la nuova normalità che ci accompagnerà nel corso del secolo a venire e probabilmente molto oltre.

Come tutti i fenomeni complessi, anche questi derivano da intricati sistemi di concause e di retroazioni, ma tre punti fondamentali dovrebbero essere abbastanza chiari anche per degli amministratori.

A – Cambiamento climatico.   Oramai dovrebbero saperlo davvero tutti.   Vi è in corso un rapido aumento della temperatura media terrestre, ma l’incremento è diverso da un posto e da un periodo all'altro e ci sono anche zone e periodi in cui la temperatura è più bassa del solito.   Questo altera la circolazione delle masse d’aria e, dunque, la distribuzione delle piogge.   Cioè ci sono posti o periodi in cui piove di più ed altri in cui piove di meno.   In molte zone della Terra, e fra queste l’Italia, la pioggia è diminuita considerevolmente (in Versilia dove abito, circa il  30% meno in 30 anni).   Ma soprattutto si sta consolidando una situazione in cui per molti mesi non  piove o quasi, per poi “rimettersi in pari” nel giro di poche ore.    C’è una ragione precisa per questo:  le tempeste sono il modo con cui l’atmosfera dissipa l’energia in eccesso che ha accumulato, perlopiù durante i mesi di siccità. E quando la pioggia cade sul terreno inaridito e denudato, I danni sono inevitabili.

Dunque lo stesso fenomeno, il Riscaldamento Climatico, provoca sia un aumento nella frequenza e durata delle siccità, sia un aumento della frequenza e dell’intensità dei nubifragi.    Dunque, considerando gli scenari prevedibili, entrambi i fenomeni costituiscono oramai il clima attuale e prossimo futuro del nostro Paese, oltre che di molti altri.    Anzi, un peggioramento è sicuro, anche se non quantificabile adesso.   Continuare a fingere che si tratti di fenomeni eccezionali non servirà ad altro che a dilapidare le poche risorse ancora disponibili per adattarci.

2 – Urbanizzazione.   Abbiamo passato 50 anni a costruire case, strade e capannoni dovunque ci facesse comodo.   A varie riprese il governo ha cercato di metterci una pezza imponendo controlli e cautele.   Tutto puntualmente disatteso dagli enti locali che hanno gestito queste cose come mere trafile burocratiche, anziché usarle per dire dove non si doveva costruire e basta.   Il risultato è che una miriade di corsi d’acqua sono diventati canali o tubi che bastano quando piove poco.   Ma quando piove tanto l’acqua torna a passare dove passava prima; cioè lungo le strade ed attraverso le case che sono state costruite dentro o a ridosso degli antichi alvei.
Anche in questo caso, la risposta emergenziale consiste nel ricostruire quello che c’era dov'era.   Oltre ad alzare gli argini, cementare le sponde ad atre misure del genere che, è vero, riducono la frequenza delle esondazioni, ma al prezzo di renderle ancora più rovinose.

Non solo.   La superfici urbanizzate scaricano l’acqua piovana il più rapidamente possibile in un reticolo di fiumi e fossi sempre più stretti per fare spazio a qualcosa di redditizio.   Ma le conurbazioni hanno anche bisogno di enormi quantità di acqua (fra  100 ed i 200 litri al giorno a cranio) e di cibo, per produrre il quale non c’è altro modo che irrigare.   Di qui lo sfruttamento sempre più ossessivo di ogni risorsa idrica residua, fino al completo prosciugamento del territorio.   In Italia, il 90% delle aree umide è stato spazzato via fra la metà dell’ XIX e la metà del XX secolo.   I fiumi sono invece stati prosciugati o quasi in anni più recenti mediante la sistematica captazione delle sorgenti.   Miriadi di pozzi legali e non pompano ininterrottamente acqua da falde acquifere sempre più profonde, con consumi energetici sempre maggiori.   Il risultato è che la quantità di acqua che circola in superficie e nel suolo è diminuita drammaticamente.  E con essa la piovosità, specialmente estiva.   Si perché, contrariamente a quanto ancora si impara a scuola, la maggior parte dell’acqua che piove sulla terra non evapora dal mare, bensì dalle paludi, dai fiumi, dal suolo e dalle foreste.

3 – La guerra contro la vegetazione.   Uno dei mantra che si odono a seguito di ogni alluvione e frana è quello delle “montagne abbandonate”, presunta causa di ogni disastro.   Ebbene, l’agricoltura di sussistenza in aree marginali è interessante sotto molti aspetti, ma, salvo casi particolari, non sotto quello del presidio idrogeologico.   Tanto è vero che la situazione idrogeologica dello Stivale è considerevolmente migliorata nei decenni compresi tra il 1950 ed il 1980 proprio a seguito dell’abbandono di colture e pascoli.   Del resto, sulle colline intorno a Rossano Calabro gli oliveti sono tuttora alacremente coltivati ed è proprio grazie a questi zelanti agricoltori che è difficile trovarvi un filo d’erba.   Il risultato è che il 12 agosto centinaia, probabilmente migliaia, di tonnellate di terra sono confluiti ad intasare il poco che restava dei fiumi.

E’ verissimo che gran parte del nostro attuale patrimonio forestale avrebbe bisogno di oculati interventi di disetaneamento ed incremento della biodiversità, ma ciò non toglie che, nel complesso, il tasso di erosione sia diminuito considerevolmente.  Tanto da contribuire a porre in pericolo l’esistenza di molte spiagge.   Per una volta, non ci sarebbe quindi da lamentarsi,  ma desta preoccupazione il ritorno alla ribalta del legname come materiale da costruzione e, soprattutto, da ardere.  Al di là dell’etichettatura “sostenibile” che oramai accompagna qualunque nefandezza, nessuno, infatti, sembra intenzionato a verificare gli attuali tassi di accrescimento dei boschi.   Tassi che, però, sappiamo essere molto più bassi di quanto non sia riportato sui manuali in conseguenza del differente regime pluviometrico di cui si diceva all'inizio.  Il problema non è dunque se si possono o meno tagliare i boschi, perché ovviamente si.   Il problema è quanto si possono tagliare: un argomento su cui né gli industriali, né le amministrazioni hanno alcuna voglia di vederci chiaro.

Comunque, anche se il crollo del prezzo del petrolio potrà fermare temporaneamente l’assalto ai boschi, la siccità aumenta il rischio e la gravità degli incendi i quali, a loro volta, favoriscono la siccità.   E’ vero che i servizio anti-incendio si è dotato di mezzi potenti, ma ciò non ha potuto impedire un aumento degli incendi.   “Il numero annuo di incendi in Italia è passato da 6.000 negli anni '60, a 12.000 negli anni'80 e a 15.000 oggi corrispondenti a 42 incendi al giorno, quasi 2 all'ora


La morale di queste poche note è semplice e complessa ad un tempo: danni climatici consistenti e crescenti sono inevitabili e, se volessimo mitigarli, dovremmo  fare sostanzialmente il contrario di quello che stiamo facendo.  
Ad esempio, demolire strade e palazzi per ripristinare gli alvei fluviali, con la loro vegetazione caratteristica.   Dovremmo anche ridurre i consumi idrici, liberare sorgenti e ripristinare paludi per mitigare contemporaneamente sia le siccità che le tempeste.   Contemporaneamente, dovremmo ridurre i consumi energetici per contribuire il meno possibile all'effetto serra.

Ma non ho mai letto un piano d’intervento che comprenda questi tre punti.

lunedì 14 settembre 2015

Mazzucco e gli allunaggi: nuovo insulto all'intelligenza umana




Il solo fatto che questo video di Mazzucco esista è prova indiscutibile del declino generalizzato delle capacità ragionative umane che vediamo in questo periodo storico. Veramente, credo che solo la legge universale che dice "non c'è limite al peggio" possa spiegare una cosa del genere.

Allora esaminiamo questo video. Per prima cosa, secondo Mazzucco dovremmo credere che gli astronauti non erano mai andati sulla luna perché avevano una "faccia triste" alla conferenza stampa; il che è di per se una fesseria lunare. Poi, viene fuori nel film che gli astronauti hanno detto che non avevano visto le stelle quando erano erano sulla Luna e questo prova che non ci erano stati. Anche questa è una fesseria planetaria, ma merita un attimo di discussione.

Vi ricordate, forse, che nei vecchi romanzi di fantascienza si raccontava che gli astronauti vedevano le stelle a occhio nudo nello spazio. Era una convenzione letteraria, un po' come i phasers e la warp speed di "Star Trek". Ma gli autori di quei romanzi sulla Luna non c'erano mai stati e non si erano resi conto che sulla Luna, durante il giorno lunare, le stelle non si vedono a occhio nudo. Non le si vedono semplicemente perchè gli occhi umani (nudi) si adattano alla luminosità dell'ambiente e durante il giorno lunare, la Luna è illuminata dal sole esattamente come la Terra. Altri astronauti hanno raccontato di aver visto le stelle dallo spazio, ma solo quando la navicella era nel cono d'ombra della Terra e loro stessi avevano abbassato le luci interne.

Questa è la parte "scientifica" della bufala, ma la vera nequizia del film è come Marzucco stesso non si renda conto della contraddizione in cui cade. Facciamo un'analisi logica di una cosa illogica: o le stelle non si vedono dalla Luna di giorno (caso 1), oppure le si vedono (caso 2), tertium non datur.  Ora, ci sono due possibilità:

1. E' vero il caso 1 (le stelle non si vedono). Quindi gli astronauti hanno semplicemente detto la verità. Se per caso sulla Luna non c'erano andati avrebbero potuto pensare e raccontare che le stelle si potevano vedere e allora si che sarebbe stata prova di un imbroglio. Invece, le loro dichiarazioni non sono evidenza di un complotto; anzi, il contrario. 

2. E' vero il caso 2 (le stelle si vedono). Questo è contro la fisica, ma ammettiamolo per la discussione. Allora, se sulla Luna gli astronauti non ci sono mai stati, i complottatori che hanno ordito l'inganno avrebbero dovuto e potuto addestrarli a raccontare che cosa si vedeva (o pensavano avrebbero dovuto vedere) dalla superficie della Luna; ovvero le stelle. E invece gli astronauti hanno raccontato esattamente il contrario. Quindi, anche qui, nessuna evidenza di complotto.

In sostanza, il fatto che gli astronauti abbiano detto senza esitazioni che le stelle dalla Luna non le hanno viste, non solo non prova il complotto ma è, semmai, una forte indicazione che gli astronauti sulla Luna ci sono stati per davvero (posto che ci  fosse bisogno di un'indicazione del genere). Insomma, Mazzucco costruisce tutto il suo argomento su degli elementi che indicano l'esatto contrario di quello che lui vorrebbe provare. 

Epperò a Mazzucco non glie la fai: lui li guarda in faccia gli astronauti e basta quello per capire che è tutto un comblotto. Sicuro. Guardateli in faccia, non basta quello? E poi, arriva un imbecille con una bibbia in mano...... e uno si dovrebbe stupire che gli astronauti reagiscono come quando ti arriva un messaggio che ti dice che hai vinto un milione di dollari alla lotteria del Madagascar? Come dicevo, un insulto per l'intelligenza umana.



h/t Argento Fisico




Deez Nuts: ma come si fa a credere che il riscaldamento globale sia tutta colpa del CO2?


Ragazzi, questa ve la devo raccontare perché è decisamente troppo bella (per così dire. Diciamo che è di una bellezza un po' mostruosa).

Allora, l'altro giorno esce un post di Dana Nuccitelli sul blog "Effetto Risorse" dove si fa vedere che l'effetto del sole sul cambiamento climatico terrestre è molto debole rispetto a quello dei gas serra, tipo il CO2. Come prevedibile, questo ha generato diversi commenti indispettiti da parte di quelli che continuano a credere che i gas serra non possono essere gas serra perché l'idea che lo siano gli da fastidio. Di questi ameni commenti, quasi tutti anonimi, uno è particolarmente ameno (sempre per così dire). Eccolo qua:

Perfetto, siamo a posto...il sole non è il motore delle temperature del pianeta bensi sono 400 parti di CO2 per milione di parti di aria a scatenare la catastrofe....ma, volevo sapere, durante la stagione fredda (si può dire fredda? non vorrei offendere nessuno!) dove va a svernare l'anidride? Deve essere un posto bellissimo perchè per tutto l'inverno non la si trova ed infatti da noi fa tanto freddo solo per questo motivo...non potrebbe magari rendersi utile attraverso un po di telelavoro?

Ci vuole un attimo per assaporare la bestialità quasi sublime di questo commento. Non ci credereste, ma questo qui veramente sostiene che l'arrivo della "stagione fredda" implica la domanda "dove va a svernare l'anidride?" (intesa, immagino, come carbonica).

Non so quale perversa involuzione cefalica abbia portato l'anonimo commentatore a questa affermazione, ma si potrebbe pensare che non si rende conto che, se nell'emisfero Nord fa più freddo, allo stesso tempo nell'emisfero sud fa più caldo, per cui la temperatura media rimane più o meno la stessa e non c'è nessun bisogno di immaginarsi che la concentrazione di CO2 nell'atmosfera dovrebbe cambiare. (Sono possibili altre interpretazioni di questo commento, alcune anche implicanti una bestialità ancora maggiore).

Era tale la fesseriaggine del commento che mi sono limitato a rispondere che era "da incorniciare." Al che l'anonimo mi ha risposto tutto inviperito con un commento offensivo (non passato, in accordo con le regole di questo blog). In questo secondo commento mi accusa "di non possedere nozioni di dinamica atmosferica, fisica solare e di base, astronomia." No, dico.... giuro.....  Ha scritto proprio così! Ovvero, si prende veramente sul serio!

Insomma, credo che un esempio migliore di effetto Dunning Kruger sia difficile da trovare. Per quelli di voi che non sanno che cos'è, si spiega in due parole dicendo che gli incompetenti non si rendono conto di esserlo. C'è un corollario che dice che più sono incompetenti, meno se ne rendono conto e anche questo direi che è ben spiegato da questo commento.

 Ma forse non vale la pena scomodare Dunning e Kruger per qualcosa che si descrive meglio con questo filmatino che è andato molto di moda ultimamente negli USA, "Deez Nuts" ("so' fesserie")