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martedì 18 luglio 2023

Protestanti, Cattolici, e Burionici



Immagine di Dezgo.com

Se avete una mezz'ora di tempo, vi suggerisco fortemente questo articolo di "Martymac"

https://martymac.substack.com/p/the-coming-crisis-of-protestantism

Non so chi sia questo Martymac, ma è chiaramente uno che ha una bella profondità di pensiero. Qui, non parla di covid, ma la correlazione è chiara se seguite il suo ragionamento di come il cattolicesimo e il protestantesimo si sono evoluti seguendo linee di pensiero separate. Il protestantesimo è (era) una religione basata sulla letteratura: i protestanti sono "uomini del libro" -- viceversa, il cattolicesimo si rivolgeva più che altro agli analfabeti. I protestanti incoraggiavano la lettura della Bibbia da parte dei fedeli, i Cattolici no.

Ora, il punto è che in pochi decenni abbiamo visto una rapida de-alfabetizzazione del mondo occidentale. Martymac fa dei punti interessantissimi su come il linguaggio si evolve per seguire il tipo di comunicazione prevalente. Non basta leggere testi sui social per essere letterati nel senso protestante. Anche quelli che sono ancora capaci di leggere non hanno più la capacità di seguire un discorso articolato e complesso come lo si può trovare in un libro di centinaia di pagine.

Ne consegue che la comunicazione oggi si è de-letterarizzata: in un certo senso siamo tutti cattolici.  Quello che vediamo adesso è che non si incoraggia il cittadino ad andarsi a leggere i testi originali sulla scienza del clima, sulle epidemie, e cose del genere. Abbiamo degli interpreti, tipo Roberto Burioni, che giocano il ruolo dei preti cattolici.

Il risultato, come lo vediamo tutti, è un "non-dibattito." La grande maggioranza non è in grado neanche di capire i termini dei problemi, non riesce a quantificare i rischi, non ha la capacità di seguire un discorso articolato, non riesce ad andare oltre una semplice scalatura di bianco o nero, si o no, buono o cattivo.

Il che non butta bene, direi. Leggendo questo articolo di Martymac, mi sono accorto di come io stesso sono rimasto a una visione "protestante" della scienza. Una scienza che si può e si deve spiegare al pubblico, del quale si suppone l'esistenza di strumenti intellettuali che lo mettono in grado di capire almeno i punti generali della scienza. Ma questo diventa sempre più difficile. 

In un certo senso, Burioni è anche l'equivalente scientifico dei Pentecostali americani: quelli che ballano in chiesa, parlano le lingue, robe del genere. E' un tipo di religione-spettacolo particolarmente adatto ai nostri tempi. E il covid è anche quello una nuova religione completa di rituali, sacramenti, preghiere, preti, vescovi e Papa Fauci.

E allora? Eh, beh, allora sarà quello che deve essere, Come è sempre stato.





mercoledì 21 gennaio 2015

Dove sono finiti tutti i nostri sogni? La morte della letteratura occidentale

DaResource Crisis”. Traduzione di MR

Di Ugo Bardi




Il romanzo di Vladimir Dudintsev "Non di solo pane” è stato pubblicato nel 1956 (*). E' stato un grande successo nell'Unione Sovietica con la sua critica dei modi sovietici stagnati ed inefficienti. Insieme ad altri autori russi, come Vasily Grossman e Aleksandr Solzhenitsyn, Dudintsev è stato parte di un'ondata di scrittori che hanno cercato di usare la letteratura per cambiare la società. Quel tipo di approccio sembra essere sfiorito, sia nei paesi dell'ex Unione Sovietica, sia in occidente. 


Ad un certo punto, fra il secondo e il terzo secolo D.C., la letteratura Latina dell'Impero Romano è morta. Non che le persone abbiano smesso di scrivere, al contrario, il tardo Impero Romano d'Occidente ha visto una piccola rinascita della Letteratura Latina, soltanto che non sembra che avessero più niente di interessante da dire. 


Se consideriamo i tempi d'oro dell'Impero, intorno al primo secolo A.C., è probabile che molti di noi siano in grado pensare ad almeno qualche nome di letterati di quel tempo: poeti come Virgilio ed Orazio, filosofi come Seneca, storici come Tacito. Ma se ci spostiamo agli ultimi secoli dell'Impero d'Occidente, è probabile di non essere in grado di pensare a nessun nome, a meno che non si legga Gibbon e ci si ricordi che cita il poeta del IV secolo Ausonio per evidenziare il cattivo gusto del tempo. Sembra che l'Impero Romano avesse perso la sua anima molto prima di scomparire come organizzazione politica. Spesso, ho l'impressione che stiamo seguendo la stessa strada verso il collasso seguita dall'Impero Romano, ma più rapidamente.