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giovedì 30 giugno 2022

Basta con le Trappole Mediatiche. Solidarietà a Luca Mercalli



Fonte

Un altro giorno, un'altra trappola mediatica. Un altro scienziato messo in minoranza e costretto a difendersi dal fuoco incrociato dei giornalisti. Il trucco funziona quasi sempre: ormai è un metodo ben noto e ben rodato. In questo caso, addirittura ha funzionato con Luca Mercalli che, oltre a essere una persona competente, se ne intende anche di media e di comunicazione. Alla fine, non ne ha potuto più di sentir raccontare fesserie, si è alzato e se ne è andato. Cosa che mi sembra probabile fosse esattamente quello che quelli che hanno programmato la trappola volevano (nonostante la scenetta di mostrarsi dispiaciuta che poi ha fatto Bianca Berlinguer). 

Allora, su una cosa vorrei essere chiaro: io credo che il sig. Borgonovo abbia tutto il diritto di esprimere le sue convinzioni in pubblico. E' una persona intelligente e su altri argomenti ha fatto bene il suo mestiere di giornalista. Ma la scienza del clima è un'altra cosa: è un altro livello di complessità rispetto a tanti argomenti di cui si parla in TV. Non è cosa per dilettanti che si sono fatti un giro su YouTube la sera prima.

A vedere la registrazione della trasmissione con Mercalli, mi è venuto in mente una scenetta simile dove io mi trovavo al posto di Mercalli a parlare di meccanica quantistica (che ho insegnato per diversi anni all'università). Mi è apparsa l'immagine di Borgonovo che mi diceva, "e così, professore, secondo lei questo famoso elettrone, che lei dice che esiste, non solo non si sa dove sia, ma anzi c'è addirittura un "principio di indeterminazione" che dice che non lo si può neanche sapere. Per non parlare di questa storia assurda del gatto del suo collega Schroedinger. Ma ci prende per scemi?

E così, si dimostra che la meccanica quantistica è non solo una sciocchezza, ma anche un imbroglio ordito dagli scienziati per arricchirsi con i loro lucrosi contratti di ricerca. (Meno male che ai produttori di combustibili fossili non glie ne importa niente della meccanica quantistica, altrimenti ci sarebbe pieno di gente in TV e sui media che sostengono esattamente questa tesi).

Qui c'è un problema fondamentale: trasmissioni come "Cartabianca" raggiungono milioni di persone. E le guardano anche i politici. Quando si prendono le decisioni al governo, sono basate sulla percezione che i politici hanno dei problemi, e questa percezione è fortemente influenzata dai media. Quelli che gestiscono queste trasmissioni dovrebbero capire che quando si parla di cose importanti stanno "giocando col fuoco", un'espressione che vale in senso letterale nel caso del riscaldamento globale. 

Sarebbe troppo chiedere a queste persone un atteggiamento più responsabile e più rispettoso verso il lavoro degli scienziati, piuttosto che andare sempre e soltanto a caccia di click e di audience?

Qui trovate un documento di appoggio a Luca Mercalli, firmato da un gruppo di scienziati italiani. Avrà mai qualche giornalista di spicco il coraggio di parlarne in TV? 


sabato 10 ottobre 2020

Lo Scienziato e l'Onorevole. Un Racconto in Memoria di Toufic El Asmar

 


Questa storia l'avevo scritta nel 2007 e pubblicata sul blog della sezione italiana dell'associazione per lo studio del picco del petrolio (ASPO). Non menzionava direttamente Toufic El Asmar che ci ha lasciato pochi giorni fa. Ve la ripropongo oggi come un omaggio alla sua memoria e anche una testimonianza di un tempo in cui si organizzavano dibattiti e riunioni sul cambiamento climatico in cui si presumeva che gli scienziati avessero qualcosa da insegnare al pubblico e ai politici. Bei tempi, quelli! Ma ormai passati da un pezzo. Nella foto, Toufic a un convegno ASPO tenuto a Firenze nel 2007. Gli eventi descritti qui sono realmente avvenuti, ma ovviamente i pensieri dei protagonisti sono una mia interpretazione.


L’onorevole è un uomo dai capelli bianchi, ancora ben portante. Per la verità, è un ex-onorevole, ma non sono passati molti anni da quando sedeva in parlamento a Roma e lui tiene ancora molto al suo titolo. Normalmente, ai convegni ci va quando lo invitano. Arriva, fa il suo intervento e poi sparisce per qualche altro impegno. Stavolta, però, è arrivato come spettatore; incuriosito da questo convegno sui cambiamenti climatici che si tiene per caso vicino a casa sua. Si siede in prima fila; proprio davanti al tavolo degli oratori.

Lo scienziato è sulla quarantina. Di origine medio-orientale, ha vissuto anche in Africa. Ha visto tempeste, siccità, carestie, e invasioni di locuste. Ha visto la guerra e l’ha anche combattuta lui stesso. Ma è anche una persona che ha studiato molto e conosce bene il suo argomento. Si siede al tavolo degli oratori e parla mentre mostra diapositive sullo schermo dietro di lui.

Appena lo scienziato comincia a parlare, l’onorevole si sente a disagio. Questa storia del riscaldamento globale, l’onorevole ne ha sentito parlare. Sa che è una storia inventata, un complotto di catastrofisti esagitati, gente che vuole distruggere l’economia con questa stupidaggine del protocollo di Kyoto. Forse anche l’aspetto medio-orientale dello scienziato gli da fastidio. Non sarà mica uno di quei terroristi islamici?

Quando lo scienziato parla della concentrazione di biossido di carbonio nell’atmosfera di diecimila anni fa, l’onorevole non riesce a trattenersi. Fa un gesto di stizza e sbotta a voce alta, “Ma lei cosa ne sa? Lei c’era?”

C’è un momento di silenzio nella sala. L’onorevole e lo scienziato sono uno di fronte all’altro, si guardano negli occhi a pochi metri di distanza. Per un attimo, lo scienziato considera se è il caso di rispondere a tono; ma poi si trattiene. Non vuole rispondere male a una persona dai capelli bianchi. “Sto solo presentando i dati” dice, e continua la sua esposizione con calma.

Ripartono le diapositive sullo schermo. La temperatura aumenta, i disastri ambientali anche. Le ultime estati hanno battuto tutti i record, uno dopo l’altro. Sono dati su dati che si accumulano: il riscaldamento globale non è una teoria, è un fatto. I danni che ha fatto e che ci sta facendo sono altrettanto un fatto e ci si aspetta che le cose vadano a peggiorare presto.

Mentre parla, lo scienziato guarda l’onorevole. Si rende conto che le sue parole hanno un effetto. L’onorevole è impressionato; queste cose non le aveva mai sentite dire prima. Si agita sulla sedia e addirittura arrossice. Si rende anche conto che nessuno in sala ha apprezzato la sua interruzione. Tutti lo hanno considerato un maleducato.

Finito il convegno, lo scienziato se ne torna a casa. Lo scontro lo ha un po’ scosso e gli è dispiaciuto aver messo in imbarazzo quell’uomo dai capelli bianchi. Non lo aveva mai visto prima; gli hanno detto che è un onorevole. E’ possibile che non sapesse veramente niente del cambiamento climatico? E’ possibile che in parlamento nessuno sappia queste cose? Eppure sono i parlamentari che prendono le decisioni su cose come queste; cose importantissime per tutti . . . No, non è possibile che siano così ignoranti.

L’onorevole se ne torna a casa in silenzio. Rimugina su quello che ha sentito. Quelle cose che ha fatto vedere quello scienziato gli hanno fatto impressione; diceva anche che peggioreranno; mah? Certo, un inverno così caldo non se lo ricordava in tutta la sua vita; anche questo gli fa un po’ impressione.

A casa, l’onorevole si siede in poltrona e accende la TV. Con il telegiornale, si sente subito rincuorato. Questa faccenda del cambiamento climatico non può essere così importante se nessuno ne parla in televisione. Al diavolo queste assurdità sul clima: tutte balle, evidentemente.

 

sabato 18 giugno 2016

Le attempate spogliarelliste della scienza


Recentemente, sono stato a un convegno di cui non dirò il titolo e neppure il luogo. E ho ascoltato alcuni interventi da parte di persone di cui non dirò il nome e non dirò il ruolo. La cosa mi ha fatto venire in mente un articoletto che avevo scritto qualche anno fa su Risorse Economia e Ambiente, e così ve lo ripropongo. (lo ha citato anche Steph nel suo blog)

Le attempate spogliarelliste della scienza


Questo post l'ho scritto di getto sotto l'effetto della lettura di un pezzo di Freeman Dyson intitolato "Pensieri eretici sulla scienza e la società" Un testo che mi ha profondamente deluso. Dyson, che è stato un grandissimo scienziato nel passato, si è messo a criticare la scienza del cambiamento climatico con una faciloneria e una mancanza di approfondimento impressionante, facendo anche dei banali errori di fisica. Da questo, mi è venuto in mente il paragone con una spogliarellista attempata che non si rende conto che certe cose non le può più fare. Dopo che l'ho scritto, ho pensato che forse non era il caso di pubblicarlo; un po' troppo forte come critica. Alla fine, però, ho pensato che certe cose bisogna anche dirle. Quindi, ecco il post come mi è venuto - l'ho solo rivisto un po' aggiungendo le date di nascita degli scienziati che menziono.

Gli scienziati arrivano in varie forme. Ci sono i pedanti, gli accurati, i metodici, i perfezionisti, i cialtroni, i chiaccheroni, gli svagati, i sognatori, insomma un po' di tutto. Ce n'è una categoria particolare, però, che sono i creativi. Li possiamo anche chiamare gli "eretici", perché per essere creativi bisogna avere il coraggio di dire cose che nessuno dice. E' noto quello che diceva Thomas Huxley, il "cane da guardia di Darwin": "le nuove verità nascono come eresie e muoiono come superstizioni"

E' un'arte difficile quella dell'eretico scientifico; bisogna camminare lungo la sottile linea di demarcazione fra la vera creatività e la cialtroneria. Ma, se ci riesce, il creativo viene abbondantemente premiato. Bisogna essere molto creativi per avere un premio Nobel o qualcun altro dei vari riconoscimenti prestigiosi che ci sono nella scienza. I creativi sono la vera elite degli scienziati.

Ma non è facile fare l'eretico con successo. La scienza ha dei meccanismi collaudati per filtrare le fesserie e lasciar passare le cose buone. Quella che si chiama "ortodossia" in qualsiasi campo della scienza non è dogma, ma il risultato di lunghe ricerche, prove, controprove e affinamenti continui. Andare a contraddire gli esperti in un campo che non è il proprio è uno dei modi più sicuri nella vita per fare la figura del fesso.

Fare l'eretico senza dire fesserie richiede uno sforzo intellettuale poderoso e una padronanza a tutta prova di più di un campo scientifico. E questo richiede l'elasticità mentale di un cervello giovane. Il premio Nobel, si sa, si prende per lavori fatti prima dei trent'anni. In un certo senso, gli scienzati creativi sono come delle spogliarelliste. Anche queste fanno una cosa eretica, ovvero una cosa che la maggior parte delle donne non fa, e la possono fare soltanto fino ai trent'anni di età; più o meno.

Ora, qui c'è un problema. Se una spogliarellista di successo pretendesse di continuare a fare il suo mestiere ben oltre i trent'anni di età, beh, i risultati non sarebbero brillanti. Questo, per fortuna, succede di rado. Ma succede non di rado che uno scienziato che ha avuto successo in gioventù con le sue idee creative pretende di continuare a fare l'eretico a un'età alla quale sarebbe bene che la smettesse.

Ci sono casi di scienziati assai noti, persone di grande prestigio, che cadono vittime della sindrome della spogliarellista attempata e non si rendono conto che le loro esternazioni pubbliche fanno grossi danni, soprattutto alla scienza, dando argomenti a chi di scienza non capisce niente per criticare cose serie, per esempio la scienza del clima.

Fra i casi di scienziati molto noti che in tarda età hanno decisamente perso brillantezza, il primo che viene in mente è Newton, che in tarda età si era messo a studiare l'alchimia. Poi, c'è statoWilliam Shockley (1910-1989), l'inventore del transistor, che in tarda età si mise a sostenere che le razze nere si riproducono troppo, donò il suo sperma a una banca dello sperma in quanto "sperma della migliore qualità" e cose del genere.

Mentre le idee di Newton sull'alchimia e quelle di Shockley sulla razza sono oggi dimenticate, ci sono dei casi recenti di scienziati famosi le cui idee stanno facendo notevoli danni. Questo è il caso di Thomas Gold (1920-2004), un astronomo famoso che in tarda età si mise in testa che l'origine del petrolio è "abiotica." Gold riuscì a ottenere considerevoli finanziamenti pubblici per fare delle inutili trivellazioni. In se, non c'è niente di male a fare dei test di una teoria, il guaio è che con la sua insistenza e il suo atteggiamento dogmatico, Gold ha generato un'intera tribù di seguaci rumorosi che stanno tuttora infestando l'internet sostenendo che il petrolio è "infinito" e che l'esaurimento dello stesso è tutto un complotto delle compagnie petrolifere per farcelo pagare più caro.

Uno dei casi più tristi è quello di James Lovelock (1919 -), probabilmente una delle più grandi menti del ventesimo secolo, noto per il suo concetto di "omeostasi planetaria", a cui dette il nome di "Gaia". Purtroppo, a 87 anni Lovelock ha pubblicato un libro intitolato "la vendetta di Gaia" del tutto senile, sconclusionato e pieno di errori. Con la sua polemica infondata e rabbiosa contro le energie rinnovabili, anche Lovelock ha generato un buon numero di seguaci che impestano l'internet per dir male delle rinnovabili rifacendosi alle sue argomentazioni.

C'è poi Kari Mullis (1944- ), un premio Nobel per la Chimica che si è lanciato in una polemica in cui sostiene che il riscaldamento globale non esiste, che l'inquinamento è solo "un problema estetico" e cose del genere. Mullis è un esempio delle tante persone di un certo prestigio che si lanciano a criticare gli studi sul riscaldamento globale senza sapere niente di clima. Purtroppo, essendo persone di prestigio, c'è gente che gli da retta.

E veniamo a Freeman Dyson (1923- ). Dyson è stato un grande scienziato della generazione degli sviluppatori della meccanica quantistica e dell'energia atomica. Una mente estremamente creativa che si occupava un po' di tutto, compreso la colonizzazione spaziale e il destino dell'umanità. E' noto fra le altre cose per la sua geniale intuizione della "sfera di Dyson", il concetto che una civilizzazione planetaria avanzata potrebbe sfruttare al massimo la radiazione stellare circondando la stella con una sfera che la intercetta completamente.

A 82 anni, tuttavia, Dyson si è messo a fare una serie di critiche alla scienza del clima dichiarandosi scettico sul fatto che il riscaldamento globale sia una cosa negativa, sul fatto che sia veramente necessario agire in proposito e, insomma, facendo proprie molte delle argomentazioni dei peggiori negazionisti. La critica di Dyson è pubblicata su internet e anche in un libro intitolato "a many colored glass" pubblicato nel 2007. E' sicuro che anche i negazionisti italiani se ne approprieranno ben presto per giustificare le loro tesi.

Le considerazioni di Dyson sul clima, purtroppo, sono quasi tutte sbagliate. Sono una serie di discorsi senza capo né coda, dove Dyson giustifica le sue conclusioni soltanto sulla base del concetto che essere un eretico è una cosa buona. Da quello che scrive, dimostra di non aver neanche capito bene la fisica del cambiamento climatico! Per una critica dettagliata, vedi quioppure qui. Vedi anche fra i commenti una mia domanda al climatologo Michael Tobis: non riuscivo a credere che Dyson avesse fatto degli errori così clamorosi. Eppure Tobis me lo ha confermato: è rimasto sorpreso anche lui.

Adesso, fatemi dire come la penso:

Mi pesa dire certe cose a proposito di Dyson, che è una persona che ho molto ammirato e che continuo ad ammirare per quello che ha fatto nel passato. Ma proprio perchè è uno scienziato famoso e ammirato ha delle responsabilità. Uno scienziato studia e lavora per una vita cercando di fare del suo meglio; e questo vuol dire verificare i dati, citare le fonti, stare attenti a capire bene le cose prima di lanciarsi a criticarle. Sono cose che impari da giovane, all'università; e le impari dagli scienziati anziani. Uno scienziato anziano non può più essere creativo come un giovane, ma ha questa grande responsabilità di dare l'esempio ai giovani di come essere non solo creativi ma anche e soprattutto rigorosi. Dyson qui ha tradito questa responsabilità.

La scienza vive di tante cose; ha bisogno certamente di intuizioni geniali, ma vive anche e soprattutto del lavoro rigoroso e poco eccitante della grande maggioranza degli scienziati che sono persone serie e competenti, anche se non sono in grado di avere colpi di genio da premio Nobel. Non ha bisogno di eretici attempati che vanno a lanciare le loro eresie in pubblico come se forsero spogliarelliste attempate che comunque insistono a lanciare i loro reggiseni al pubblico.

Deve essere un destino della vita che i tuoi maestri, quelli che consideravi la tua guida, prima o poi ti deludono. Presumo che capiterà anche a me di deludere i miei allievi nel futuro (sperando che non li stia deludendo troppo già ora). Comunque, giuro a me stesso e a tutti quanti che non impesterò nessuno con teorie eretiche a 80 anni, in effetti anche prima. Mi dedicherò alla cura dell'orto e a coltivare carote e cavolfiori. Se mai ci arriverò a 80 anni.....






venerdì 22 gennaio 2016

Qualcosa di molto brutto all'orizzonte


(Sorgente: giss)

Lo so che tutti dicono che non bisogna spaventare la gente. Lo so che tutti dicono che bisogna essere cauti. Lo so che tutti dicono che tutto andrà bene dopo Parigi. Lo so, lo so, che essere catastrofisti è controproducente. Le so tutte queste cose.

Eppure, eppure..........





martedì 10 novembre 2015

L'estinzione dei dinosauri: non un asteroide ma il cambiamento climatico

La scienza, si sa, avanza per ipotesi e per verifiche. Le ipotesi che non reggono alla prova dei fatti vengono brutalmente eliminate, senza troppi riguardi, non importa quanto siano spettacolari o attraenti. Qualcosa del genere sta succedendo con l'idea che l'estinzione dei dinosauri fu causata dall'impatto di un asteroide. Un'ipotesi indubbiamente spettacolare, che ha dato origine a svariati film e che si è abbastanza radicata nel pensiero comune. Tuttavia, i dati stanno rivelando che l'ipotesi era - se non completamente falsa - perlomeno parziale. E' vero che c'è stato un impatto asteroidale importante; ma questo non è stata la causa dell'estinzione dei dinosauri che, invece, si sono estinti a causa delle emissioni di CO2 generate da una gigantesca eruzione vulcanica. Eh, si, i dinosauri sono stati vittima del riscaldamento globale, proprio come potrebbe capitare a noi se continuiamo così. Questa storia ce la spiega in dettaglio Aldo Piombino nel suo nuovo libro, appena uscito (U.B.)



È USCITO IL MIO LIBRO: Il meteorite ed il vulcano: come si estinsero i dinosauri (Edizioni Altravista, € 23)

Di Aldo Piombino - dal blog "Scienze e Dintorni"

Chi mi segue lo sa: io ho sempre detto che il meteorite caduto nello Yucatan non c'entra nulla con l'estinzione dei dinosauri, che invece si spiega bene con le eruzioni dei basalti del Deccan. Ho studiato parecchio la questione e alla fine ho deciso di scrivere un libro sull'argomento, cercando di presentare un testo originale che dica qualcosa di sconosciuto al grande pubblico – nel quale la corrispondenza fra l'impatto del meteorite e l'estinzione dei dinosauri è cosa certa – e cercare di diffondere un po' quello che è il sentore attuale della Scienza sull'argomento. Il meteorite ed il vulcano: come si estinsero i dinosauri (Edizioni Altravista, € 23) è dunque nelle mie intenzioni un saggio divulgativo alla portata – spero – di tutti, che parla di come sono scomparsi questi animali.

Non c'è dubbio che i dinosauri siano fra gli animali più noti al pubblico, più noti persino di tanti animali attuali. Come non c'è dubbio che la loro estinzione alla fine dell'Era Mesozoica sia uno dei più conosciuti e popolari accadimenti del passato geologico. Ma perché non possiamo più addebitare l'estinzione dei grandi rettili al meteorite caduto nell'odierno Yucatan? Quale dunque è la causa di questo drammatico evento?
Ne parlo in un saggio, facendo il punto della situazione sulle ricerche a proposito della loro scomparsa, che oggi certificano la stretta relazione fra l'estinzione dei dinosauri e le devastanti eruzioni dei Trappi del Deccan, nell'odierna India (1 milione di km cubi, un quantitativo tale da seppellire con 3 km di lave tutta l'Italia, isole comprese. Ovviamente respingo l'impatto del meteorite come fattore scatenante.

Per il libro, oltre a tutto quello che ho citato in bibliografia e all'esperienza di 35 anni di Geologia(e di cui parecchio ho scritto su Sceinzeedintorni), molto mi sono serviti gli atti di Volcanism, Impacts, and Mass Extinctions: Causes and Effectsla conferenza internazionale che riunì nel 2013 i principali esperti del settore al Natural History Museum di Londra, proprio quel museo fermamente voluto e ottenuto da Richard Owen, lo scienziato che coniò nel 1842 il termine Dinosauri, pubblicati in un volume apposito, il 505, delle Special Publications della Geological Society of America.

Ho voluto scrivere il libro con un totale rigore scientifico ma nel contempo ho voluto renderlo chiaro e piacevole. Posso con una certa presunzione – condita da irriverenza! – dire che l'ispirazione del tono spesso un po' divertito l'ho presa da certe pagine di Richard Dawkins....

Nella prima parte introduco a beneficio dei non geologi alcuni concetti fondamentali in modo da rendere accessibile a tutti la trattazione: il tempo geologico, le estinzioni di massa e le grandi province magmatiche (meglio note come Large Igneous Provinces e che d'ora in poi posso indicare con l'acronimo LIP), mostruose e saltuarie eruzioni vulcaniche che producono centinaia se non milioni di km cubi di magmi in poche decine di migliaia di anni; poi con una breve excursus sulla storia dei vertebrati, colloco nel tempo e al loro interno i dinosauri, evidenziandone avi, parenti più o meno prossimi e discendenti viventi (gli uccelli) e faccio una sintesi sulle vittime e i superstiti della strage (per alcuni gruppi il K/T non ha praticamente significato nulla).

La seconda parte, quella più – diciamo così – romanzata è dedicata alla storia delle ricerche sull'estinzione dei dinosauri, e si presta bene ad esserlo già dall'inizio... Le prime scoperte, la certezza già nella prima metà del XIX secolo che la Terra fosse stata dominata in tempi lontani dai rettili, le prime idee sulla loro scomparsa nel dibattito fra catastrofismo e gradualismo (e tra evoluzionismo e antievoluzionismo), le estinzioni di massa rifiutate dalla Scienza perché non “in linea” con il gradualismo evolutivo darwiniano... le idee degli anni '30, quando veniva addebitata ad un forte ed improvviso riscaldamento, come dimostra il celebre lungometraggio della Disney Fantasia, in cui gli ultimi dinosauri combattono una dura battaglia per l'esistenza in un mondo caldo e arido, fino alle prime ipotesi su cause extraterrestri come meteoriti o supernove.

Anche il seguito però non è male: i primi indizi su forti oscillazioni climatiche raccolti con le perforazioni dei fondi oceanici e i due convegni canadesi in cui veniva proprio dato l'accento a queste variazioni climatiche di cui però ancora non si capiva l'origine, fino a quando a Gubbio non nacque nel 1980 l'idea dell'impatto, con un cratere di età e dimensioni eccezionalmente in linea con le aspettative scoperto 10 anni dopo (anzi, riscoperto... perché c'era chi lo conosceva di già ma non sapeva che altri lo stessero cercando...).

La questione sembrava ormai risolta (e questa è l'opinione comune ancora oggi, specialmente al di fuori delle Scienze della Terra), ma molti ricercatori continuavano a non essere d'accordo, individuando come colpevoli gli effetti dei fenomeni vulcanici estremi in corso all'epoca in India. Paradossalmente, proprio la scoperta del cratere è servita per dire che l'impatto non c'entrava niente...

Nella terza parte descrivo la Terra nel Maastrichtiano superiore: una fase veramente difficile fra estinzioni continue, oscillazioni della temperatura, variazioni del livello marino che trasformavano mari poco profondi in pianure costiere e viceversa, acidità delle acque, anossie globali degli oceani, incendi boschivi. Ci mancava giusto la caduta di un meteorite....

Poi passo ad un confronto fra le ipotesi.
L'Iridio a Gubbio nel lavoro degli Alvarez del 1980
Come si vede l'anomalia inizia gradualmente  e non all'improvviso
L'esame dei sedimenti porta delle conclusioni che contrastano con la visione degli impattisti: ad esempio al K/T faceva più caldo e non più freddo di prima, l'ipotesi delle emissioni di CO2 dalla fratturazione dei calcari nella zone dell'impatto appare molto debole rispetto all'idea di una provenienza  dai Trappi del Deccan e ho dedicato diverse pagine a spiegare il perché anche l'Iridio derivi dai magmi indiani e non dal meteorite (e nel lavoro del 1980 gli Alvarez e soci hanno fatto finta di non vedere che il suo aumento è iniziato ben prima di quando il meteorite sarebbe caduto...).

Come anche, parlando della sedimentologia, è contestabile un evento di estinzione improvviso nei microfossili quando invece si tratta di una serie di estinzioni protratte nel tempo che però in molte zone non si evidenziano per un motivo molto semplice: la fase a basso livello marino che ha preceduto il riscaldamento (e la trasgressione marina) delle ultimissime decine di migliaia di anni del Maastrichtiano ha provocato delle lacune nella sedimentazione, che se non riconosciute portano appunto a pensare ad una estinzione improvvisa. Un altro elemento che ci fa capire come le condizioni ambientali stavano peggiorando è il succedersi sempre più fitto delle biozone prima e dopo il K/T.

Ma la cosa più clamorosa uscita dalla conferenza di Londra è che i dinosauri più recenti datati con sicurezza sono oltre 400.000 anni più vecchi del K/T e che dai reperti fossili non è possibile stabilire se i dinosauri si siano estinti improvvisamente o gradualmente. Quante pagine sprecate inutilmente in questa polemica....

Nella quarta parte traccio la storia delle estinzioni di massa e dei fenomeni ad esse legati, dimostrando successivamente la stretta associazione temporale fra esse e la messa in posto di alcune Large Igneous Provinces (la più antica sicuramente accertata è quella del Cambrianoinferiore in Australia, con l'estinzione di fine Toyoniano e la provincia magmatica di Kalkarindji).Mentre l'unico impatto avvenuto più o meno in corrispondenza di una estinzione è quello dello Yucatan.

Quindi correlo l'estinzione di fine Cretaceo con le altre estinzione di massa, facendo notare che anche in questo caso c'è di mezzo una LIP.

Però non può finire qui... nella Scienza non basta che due eventi siano correlati temporalmente per attribuirne al primo la causa dell'altro. Ma il legame è talmente stretto che verrebbe quasi da chiedersi l'opposto e cioè: perché alcune LIP NON hanno provocato delle estinzioni significative?

A quel punto passo in rassegna alcune possibilità per capire come mai alcune LIP sono state dei killer spietati e altre no. Alla fine è facile concludere che una LIP diventa un enorme problema con le sue emissioni di CO2, composti dello zolfo e metalli pesanti alterano pesantemente e a livello globale il chimismo di oceani e atmosfera e il clima. E per spiegare come mai ho tirato fuori l'esempio del “gottino”, il quartino di vino: se prendi un gottino di vino a pranzo e a cena alla fine del mese avrai bevuto 15 litri di vino senza problemi (a parte intolleranze specifiche!), mentre se ne bevi 2 litri in una sera il giorno dopo tanto bene non starai. Allo stesso modo una LIP è un killer quando, come è stato dimostrato, le eruzioni si concentrano in un periodo di poche decine di migliaia di anni in cui vengono messi in posto decine di migliaia di km3 di magmi e liberato un immenso quantitativo di volatili che, al contrario delle emissioni vulcaniche ordinarie, il “sistema – Terra” non riesce ad assorbire

Come pallido esempio di cosa potrebbe essere successo alla fine del Cretaceo ho presentato i problemi arrecati in tutta Europa dall'eruzione del Laki in Islanda nel 1783.

Alla fine spiego perché per la sua semplicità narrativa e per il ruolo ingombrante svolto nella vicenda dal premio Nobel per la fisica Luis Alvarez l'ormai smentita dai dati ipotesi del meteorite abbia avuto e continui ad avere un grande successo. Con un appunto finale: il ruolo delle emissioni di CO2nell'estinzione dei dinosauri e nelle altre estinzioni di massa dovrebbe essere un monito anche per l'umanità attuale.

Una annotazione finale a questo post: dopo la stampa del libro sono apparsi diversi articoli in cui coloro che avevano sempre sostenuto il meteorite come causa dell'estinzione e che i trappi del Deccan non c'entravano nulla, ora sostengono che la violenza di queste eruzioni è stata un effetto della caduta. Cioè che il proiettile è costituito dalle eruzioni ma che il grilletto lo ha tirato, cadendo, il meteorite. Resta il problema che l'unico impatto in corrispondenza con una estinzione di massa è quello dello Yucatan... e le altre estinzioni?


Informazioni personali

mercoledì 1 aprile 2015

Ultimissime: comincia il collasso dei ghiacciai antartici occidentali

Tradotto dal blog "Resource Crisis"




Una spaccatura gigantesca nel ghiacciaio dell'Antartide Occidentale come mostrata da una foto satellitaria. L'intero ghiacciaio ha cominciato a muoversi verso il mare.


Un rapporto IPCC diffuso oggi mostra dati satellitari relativi a una gigantesca spaccatura nel ghiacciaio dell'Antartide Occidentale, indicando che l'intero ghiacciaio ha cominciato a muoversi verso il mare. Alcuni rapporti recenti avevano già indicato che il processo di fusione dei ghiacci stava verificandosi più rapidamente di quanto non ci si aspettasse, ma i nuovi dati indicano un collasso rapidissimo e inatteso. Secondo la IPCC, alle velocità misurate, il collasso del ghiacciaio antartico occidentale sarà completo in meno di un decennio.
 
Il risultato del collasso del ghiacciaio sarà un incremento del livello globale del mare di circa 5 metri. Se lo stesso fenomeno interesserà tutta l'Antartide, come sembra sia il caso secondo alcuni dati riportati dall'IPCC, il risultato finale sarà un aumento del livello del mare di circa 60 metri. Il rapporto dell'IPCC non si dilunga sulle conseguenze sulle città costiere e sulle zone popolate a bassa quota sul livello del mare.

La maggioranza dei commenti a questo rapporto sembrano essere d'accordo sul fatto che i dati satellitari indicano veramente una velocità di fusione molto alta per il ghiacciaio antartico, come si ammette anche fra gli "scettici". Anthony Watts, famoso per il suo blog "Watt's up with that?" riferisce che si sente "vendicato" dai nuovi risultati che provano che i modelli climatici dell'IPCC erano sbagliati non essendo stati in grado di prevedere la rapidità della fusione dei ghiacci. Il visconte Cristopher Monckton ha commentato che il suo modello climatico "irriducibilmente semplice" "mostra che "il riscaldamento globale non ha niente a che fare con il collasso dell'Antartide, dato che "la pausa nel riscaldamento globale continua"

Molti scienziati hanno anche commentato sulle recenti notizie relative all'Antartide. Michael Mann, della Penn State University, ha dichiarato che "Quei ghiacciai hanno preso una bella botta dalla mazza da hockey!" Altri scienziati hanno dichiarato di sentirsi contenti dato che non saranno più chiamati "catastrofisti" e "allarmisti", ma molti hanno dichiarato di essere preoccupati perché, una volta dimostrato che il riscaldamento globale esiste per davvero, i loro contratti di ricerca potrebbero essere tagliati. 

Negli ambienti politici, la destra vede l'allagamento delle città della costa come una "punizione divina" per i peccati commessi in queste città (specialmente a New York). I giusti, si dice, saranno certamente risparmiati dalle onde incombenti, proprio come Mosè e il popolo eletto furono risparmiati quando attraversarono il Mar Rosso. I commenti della sinistra sono generalmente positivi, dato che si ritiene che l'allagamento delle regioni industrializzate e popolate della costa ridurrà l'inquinamento. Si spera anche che questo darà delle opportunità per delle comunità più resilienti e uno stile di vita a crescita zero basato su risorse locali.
La reazione dell'industria in generale è stata di cauto ottimismo. i portavoce dell'industria petrolifera e dell'industria minerale riferiscono di grande interesse nello sfruttamento minerale delle terre antartiche lasciate libere dai ghiacci, che si ritiene contengano petrolio, gas, carbone e molti altri minerali importanti. L'industria edile riferisce anche di un grande interesse in nuove opportunità di mercato, come la costruzione di barriere anti-allagamento e la rilocazione di intere città nell'entroterra. "Mai prima di ora", riferisce un portavoce dell'industria, "le prospettive dell'industria del cemento sono state tanto brillanti.
Anche a Washington, il nuovo rapporto IPCC è visto con cauto ottimismo. Il presidente ha parlato di una "nuova frontiera" che si sta aprendo con la fusione dei ghiacci antartici. Ha usato la frase "vai verso sud, giovane!" per indicare la nuova direzione per la crescita dell'economia

Altre notizie su questo soggetto: "La grande fusione della Groenlandia: minaccia o opportunità?"



Nota: mi hanno detto che qualcuno potrebbe prendere questo rapporto come una cosa seria; quindi fatemelo dire esplicitamente, nel caso: questo è un post del primo di Aprile. I ghiacci antartici si stanno fondendo, ma non così velocemente come si dice qui. 

lunedì 16 marzo 2015

Le Erinni: mitologia del collasso della civiltà.

di Jacopo Simonetta.

Se ci fidiamo di Georges Dumézil, una delle peculiarità delle civiltà indo-europee è organizzare i concetti  per triadi.   Secondo l’illustre studioso, fra le mitologie derivate dalla (presunta) mitologia arcaica comune, quella greca è quella più aperta agli influssi ed ai “prestiti” provenienti da altre culture e tradizioni.
   Questo la rende una fonte poco affidabile per chi studia la tradizione indio-europea arcaica, ma in cambio la rende una fonte inesauribile di ispirazione e conoscenza.

Fra le numerose “triadi” della tradizione ellenica, ve ne sono alcune decisamente rilevanti, soprattutto fra le divinità ingiustamente definite “minori” dai libri di scuola.   Ingiustamente perché molte di queste divinità detengono invece un potere più antico e profondo di quello degli stessi Dei olimpici.

Questa singolare predilezione per il numero tre potrebbe risultare semplicemente dalla tradizione, ma sono molti i casi in cui i fenomeni naturali si presentano ad un’analisi scientifica contemporaneamente unici e triplici.  

In un mio precedente post ho proposto un’analogia fra le Parche e le tre leggi della termodinamica (sensu Roddier 2012).Qui vorrei parlare di un’altra triade della mitologia greca: le Erinni.   Solitamente chiamate Eumenidi, o con altri appellativi, per evitare di pronunciarne il nome.
Come molte altre divinità, sono nel numero di tre, ma costituiscono un’unità inscindibile.   Ma a differenza delle Chere, delle Arpie o delle Gorgoni, le Erinni vengono evocate dal compimento di un delitto particolarmente efferato, in particolare l’uccisione di uno od entrambi i genitori
Chi è perseguitato da esse non ha scampo.   Tutto ciò che farà per migliorare la propria sorte gli si ritorcerà contro, tutto ciò che gli dava piacere gli darà dolore, tutto ciò che gli dava speranza si dimostrerà catastrofico.   Finché diventerà pazzo; sarà travolto da una furia autodistruttiva che lo condurrà ad una morte orribile.

Molta letteratura ha interpretato queste divinità in chiave psicologica, cioè come personificazioni del rimorso.   E’ una delle molte chiavi di lettura possibili; un’altra è cercare realtà fisiche dietro il simbolo. Può il mito delle Erinni aiutarci a capire quello che sta accadendo a tutti noi ora?   Ovviamente, è opinabile, ma propongo la seguente corrispondenza.

Aletto ("l'incessante").    Sappiamo, o dovremmo sapere, che la nostra civiltà e la nostra stessa vita dipendono dalla disponibilità di risorse.   Risorse che ci permettono di fare cose diverse a seconda della loro natura, qualità e quantità, al netto del lavoro e delle risorse che dobbiamo impiegare per estrarle dall’ecosistema e trasformarle in modo da poterle utilizzare.    E sappiamo, o dovremmo sapere, che cominciamo ad avere dei problemi seri con parecchie delle risorse principali e meno sostituibili come acqua, suolo, biodiversità, petrolio, ecc.

Tisifone ("la vendicatrice").   Tutto ciò che proviene da una qualche forma di fonte, finisce dopo l’uso in una qualche discarica.   Le discariche principali sono gli oceani e l’atmosfera, in cui si accumulano la maggior parte dei nostri rifiuti solidi, liquidi e gassosi.    Ma molte altre ce ne sono, in particolare i suoli e le acque dolci.    Da queste discariche, una parte dei materiali può essere recuperata sotto forma di risorse, generalmente previo un complicato e lungo giro attraverso quei cicli bio-geo-chimici che stiamo con successo facendo a pezzi.    Non solo, l’inquinamento danneggia le risorse ( si pensi alle acque) e dunque aggrava l’azione di Aletto.

Megera ("la maligna").   Ma la “tenaglia” che sta stritolando il nostro presente ed il nostro futuro non ha due sole ganasce, bensì tre.   Fra le fonti e le discariche, si trova l’intero nostro mondo fatto di processi produttivi, reti  di comunicazione, organizzazioni sociali, sistemi politici ecc.    Un mondo che sta cercando di mantenere il controllo della situazione mediante livelli crescenti di complessità.   Ma ad ogni incremento della complessità, aumentano i costi della medesima, non solo in termini monetari, ma anche di materiali, energia, spazio, ecc.   Chi  è minimamente pratico di ciò che sono oggi gli uffici di un normale comune, stenterebbe a credere come erano solo 30 anni addietro.   Per citare un solo, banale esempio.

Inoltre, incrementare la complessità richiede incrementare i consumi e dunque contribuisce sia ad impoverire le fonti, in particolare di energia, sia a saturare le discariche.  

Dunque esaurimento delle fonti (wells), saturazione delle discariche (sinks) ed aumento della complessità costituiscono un infernale girotondo al cui centro ci siamo noi.

Se un’analogia esiste fra le Erinni e la triplice tempesta che si sta scatenando sulle nostre teste, quale delitto può essere stato così terribile da evocarle?

Quando si parla di orrori, la nostra mente moderna corre immediatamente alle guerre ed alle infinite forme di  violenza con cui gli uomini tormentano se stessi.    Ma nella mitologia greca l’aver compiuto stragi e saccheggi non vale assolutamente ad evocare la calamità suprema impersonata dalla Erinni.   Per giungere a tanto è necessario che la violenza sia portata contro la propria stessa stirpe ed in particolare i genitori.   Possiamo considerare che, collettivamente, l’umanità si sia macchiata di un simile delitto?    Direi proprio di si, se consideriamo che la Biosfera è sicuramente la “famiglia” da cui l’umanità è nata e nel cui seno è finora vissuta.

In quest’ottica, la furia autodistruttiva che sta dilagando nel mondo appare essere esattamente il risultato della persecuzione erinnica.   Tutto ciò che facciamo ci si ritorce contro.   Tutto ciò in cui speriamo, si rivela una minaccia; Laddove cerchiamo piacere troviamo dolore.   Cerchiamo di aumentare la produttività e l’efficienza, per scoprire che così spingiamo la disoccupazione e la miseria.   Facciamo figli per perpetuare la nostra stirpe, ma questo non fa che accrescere la minaccia di catastrofe per la nostra specie.   Sviluppiamo tecnologie per ridurre gli effetti negativi della nostra economia, e li usiamo per accrescerli ulteriormente.    Speriamo che la crescita economica ci salvi dal collasso, ma è proprio questa crescita che spalanca la voragine sotto i nostri piedi.

Alla fine, molti sono travolti dalla folle idea che fare qualcosa di terribile può portarci fuori dalla trappola.   La furia autodistruttiva con cui gli integralisti islamici si accaniscono sul loro stesso patrimonio di civiltà e perseguitano la loro stessa gente mi pare appartenga a questa categoria.   Come vi appartengono la furia masochista dei rinascenti nazionalismi e la follia con cui il capitalismo agonizzante si avventa contro qualunque cosa potrebbe assicurare la vita degli uomini in un futuro oramai molto prossimo.

La potenza del mito risiede nella sua capacità di suggerire per via intuitiva concetti che sarebbero troppo difficili da analizzare.    I limiti dello sviluppo appartengono a questa categoria.   Anche i migliori gruppi di studio interdisciplinare, dotati dei più fantasmagorici strumenti di rilevazione ed analisi riescono ad analizzare solo una piccola parte di ciò che sta accadendo.

La fiducia nella mitologia dei nostri avi avrebbe potuto farci capire, molto più semplicemente, che devastare la propria casa e cercare di asservire o distruggere l’intera Biosfera erano un viatico sicuro per una bruttissima fine.   Abbiamo invece avuto fiducia in un altro mito, molto più moderno : quello del progresso che, al contrario, ci ha convinti del nostro buon diritto nel compiere le stesse azioni che le “antiche superstizioni” sconsigliavano.

Chi aveva ragione lo stiamo vedendo.   E se qualcuno non è ancora convinto, nessun problema: basterà aspettare ed osservare quel che succede.

mercoledì 17 dicembre 2014

Non date da mangiare ai troll climatici!




Si sa benissimo che non bisogna dar da mangiare ai troll, eppure c'è sempre qualcuno che ci casca, come è successo recentemente sui commenti del blog della Società Chimica Italiana (SCI) (immagine da The Week)



Sappiamo tutti (o dovremmo sapere) che cos'è il troll: è qualcuno che usa una tattica ben precisa nel dibattito sul web: quella di intervenire in modo fortemente aggressivo per poi far finta di offendersi quando altre persone gli rispondono per le rime. Questo genera di solito una bella rissa, che è quello che il troll vuole. Il troll, come è ben noto, non ha nessuna intenzione di dialogare, solo quella di creare confusione.

Il troll compare in molti dibattiti, ma prospera in particolare nel dibattito sul clima, dove ha modo di rifulgere riciclando in continuazione le solite leggende (il clima è sempre cambiato, non c'è stato nessun riscaldamento dal 1998, I ghiacci dell'Antartide si stanno espandendo, etc....). Ne segue, tipicamente, una bella rissa che serve a far confusione e a mascherare il fatto che la questione del cambiamento climatico è importante ed è ormai bene assodata fra gli scienziati.

Qualcosa di simile è successa qualche giorno fa nei commenti di un post del blog della Società Chimica Italiana (SCI), dove si è visto arrivare niente di meno che Rinaldo Sorgenti, vicepresidente di Assocarboni, ben noto per le sue opinioni un tantino estreme sulla questione del riscaldamento globale e del ruolo del carbone nel generarlo.

In questo caso, non possiamo definire Sorgenti come un "troll", dato che non ha usato la tattica tipica del troll: quella dell'anonimato. Ma il suo intervento ha avuto tutte le caratteristiche delle tattiche dei troll: una serie di commenti aggressivi, conditi con tutte le leggende del caso. Leggetevi il dibattito (per chiamarlo cosi) per rendervene conto da voi.

Alle risposte dei commentatori, è seguito il classico atteggiamento di persona ingiustamente maltrattata. Ecco un tipico esempio in cui Sorgenti risponde al moderatore.


@ devoldev,
 

Non ho ancora il piacere di conoscerla e non scenderò al suo livello con insulti e tentativi di svilire l’altruyi pensiero. Lei sa certamente tutto ed anche quello che ancora non è stato scoperto. Beato lei.


Purtroppo, mi dispiace dover notare ancora una volta come molti scienziati sono altrettanto competenti e preparati nel loro lavoro quanto ingenui e impreparati nell'affrontare il dibattito fuori dai canoni del mondo scientifico. Il blog della SCI è un blog divulgativo ma di buon livello scientifico, anche grazie agli sforzi e alla passione di Claudio della Volpe, ricercatore presso l'università di Trento. Purtroppo, tuttavia, nè il moderatore né gli altri che sono intervenuti sono riusciti a gestire correttamente l'intervento di Sorgenti. Il risultato è stato una bella rissa verbale che non ha fatto fare una gran bella figura al blog.

Ma perché continuiamo a fare sempre gli stessi errori? Ai troll, non bisogna dar da mangiare!




Sui troll climatici, vedi anche questo articolo dal titolo esplicito "don't feed the climate troll", come pure il commento di Sylvie Coyaud sul caso specifico dell'intervento di Sorgenti sul blog della SCI: