martedì 8 settembre 2015

Il crollo della popolazione di fitoplancton

Da “Scientific American”. Traduzione di MR (via Antonio Turiel)

I ricercatori scoprono problemi nel fitoplancton, la base della catena alimentare, che hanno implicazioni sulla rete alimentare marina e sul ciclo mondiale del carbonio.

Di Lauren Morello

Le piante microscopiche che formano la base della rete alimentare marina stanno declinando, come dice uno studio pubblicato il 29 luglio su Nature. I piccoli organismi, conosciuti come fitoplancton, fagocitano anche il biossido di carbonio per produrre la metà dell'ossigeno del mondo – eguagliando quella degli alberi e delle piante sulla terraferma. Ma il loro numero è diminuito dall'alba del XX secolo, con conseguenze sconosciute per gli ecosistemi oceanici e per il ciclo del carbonio del pianeta.

I ricercatori dell'Università Dalhousie del Canada dicono che la popolazione globale di fitoplancton è crollata di circa il 40% dal 1950. Ciò si traduce in una diminuzione annuale di circa l'1% della popolazione media di plancton fra il 1899 e il 2008. Gli scienziati credono che l'aumento delle temperature di superficie del mare ne siano le responsabili. “E' molto inquietante pensare alle implicazioni potenziali di un declino di un secolo della base della catena alimentare”, ha detto l'autore principale Daniel Boyce, un ecologo marino. Queste comprendono l'interruzione della rete alimentare marina ed effetti sul ciclo del carbonio mondiale. In aggiunta al consumo di CO2, il fitoplancton può influenzare la quantità di calore che viene assorbito dagli oceani del mondo ed alcune specie emettono molecole di solfato che promuovono la formazione di nuvole.



Una storia di costante mistero

“Per qualche aspetto, queste scoperte sono l'inizio della storia, non la fine”, ha detto Boyce. “La prima domanda è cosa succederà in futuro. Abbiamo osservato queste tendenze durante il secolo scorso ma non sappiamo cosa succederà fra 10 anni”. Lo studio “dà un contributo assolutamente necessario alla conoscenza dei cambiamenti storici nella biosfera oceanica”, hanno detto David Siegel dell'Università della California di Santa Barbara e Bryan Franz della NASA in un saggio a sua volta pubblicato su Nature.

“La loro identificazione di una connessione fra i declini a lungo termine della biomassa di fitoplancton e l'aumento delle temperature dell'oceano non fa presagire niente di buono per gli ecosistemi degli oceani in un mondo che probabilmente sarà più caldo”, hanno scritto. “La produttività del fitoplancton è la base della rete alimentare e tutta la vita marina ne dipende”. Boyce ha detto che lui ed i suoi coautori hanno iniziato lo studio nel tentativo di ottenere un quadro più chiaro di come se la stesse cavando il fitoplancton, dato che studi precedenti che si basavano su misurazioni satellitari hanno prodotto risultati contrastanti.

Il declino maggiore è ai poli

Gli scienziati hanno scavato a ritroso fra le registrazioni storiche ben oltre il 1997, l'anno in cui sono iniziate le registrazioni satellitari continuative. Hanno esaminato oltre mezzo milione di dati raccolti usando uno strumento chiamato disco di Secchi, così come misurazioni della clorofilla – un pigmento prodotto dal plancton. Il disco di Secchi è stato sviluppato nel XIX secolo da un astronomo gesuita, Padre Pietro Angelo Secchi, quando la marina del Papa gli ha chiesto di mappare la trasparenza del Mar Mediterraneo. Ciò che Secchi ha prodotto è stato un disco delle dimensioni di un piatto da tavola che viene immerso nell'acqua dell'oceano finché non si può più vedere. La profondità che raggiunge prima di scomparire ci dà una misura della chiarezza dell'acqua.

Ciò può essere usato come proxy per la popolazione di fitoplancton in una data area, visto che i piccoli organismi vivono vicino alla superficie dell'oceano, dove sono esposti alla luce del sole che usano per produrre energia. I dati raccolti con un disco di Secchi sono precisi quasi come le osservazioni raccolte dai satelliti, ha detto Boyce, anche se i satelliti hanno una portata globale maggiore. I ricercatori hanno scoperto i declini di fitoplancton più rimarchevoli nelle acque vicino ai poli e ai tropici, così come in oceano aperto. Essi credono che l'aumento delle temperature del mare stia alimentando il declino. Man mano che l'acqua di superficie si scalda tende a formare strati distinti che non si mescolano bene con l'acqua più fredda e ricca di nutrienti pi in basso, privando il fitoplancton di alcuni dei materiali di cui ha bisogno per trasformare CO2 e luce solare in energia.