giovedì 11 luglio 2013

L'effetto falena: accecati da troppe prove

Di Ugo Bardi
Da “The frog that jumped out”. Traduzione di MR


Una falena che vola verso una fiamma probabilmente non la vede più negli ultimi istanti prima di esserne consumata. Troppa luminosità crea cecità. Troppe prove ci rendono ciechi dal vedere le minacce che stiamo affrontando: cambiamento climatico catastrofico ed esaurimento delle risorse. (Immagine da goodgrieflinus)



Molta gente mi ha chiesto perché il mio nuovo libro “Il Pianeta saccheggiato” è stato pubblicato in tedesco e non in inglese (anche se l'ho scritto in inglese). La ragione è semplice: è stato relativamente facile trovare un editore inglese, molto più difficile trovarne uno che pubblicasse la versione inglese (*). Quando venivano contattati, gli editori americani e inglesi scuotevano semplicemente la testa. Secondo loro, c'era zero interesse per un libro sull'esaurimento delle risorse e sul cambiamento climatico catastrofico – che da costituiscono l'argomento principale del libro. Questi sono temi che sono impensabili ed impronunciabili nell'attuale dibattito nel mondo anglofono, eccetto che come opinione marginale tenuta da piccoli gruppi di bastian contrari.

Non posso criticare quegli editori: conoscono il loro mercato. In questo momento, il sentimento generale sembra essere che pochi anni di aumento di produzione petrolifera negli Stati Uniti (ed in una regione specifica degli Stati Uniti) siano stati abbastanza per distruggere completamente il concetto stesso di “picco del petrolio” e, in aggiunta, di screditare completamente qualsiasi dichiarazione sul fatto che abbiamo un problema generale di esaurimento di tutte le risorse minerali. Allo stesso tempo, il cambiamento climatico catastrofico rimane un tema di interesse solo per gli orsi polari.

La situazione sembra leggermente migliore in Germania, dove è ancora possibile portare avanti un dibattito serio su questi temi e dove la stampa ha risposto molto bene alla pubblicazione del libro. Anche in Germania, tuttavia, ci sono segni che il dibattito possa evolvere nella direzione sbagliata, vale a dire chiudere tutte le opzioni eccetto quella che comporta maggiori perforazioni e più profonde per petrolio e gas.

Pensate per un momento a questa situazione: che diavolo sta succedendo? I problemi del cambiamento climatico e dell'esaurimento del petrolio non sono mai stati così chiari di quanto lo siano ora. Basti guardare alla calotta glaciale dell'Artico: neghereste che si stia fondendo ed anche rapidamente? E guardate i prezzi di mercato di tutte le risorse minerali: potete negare che tutto ora costi tre volte tanto di quanto non costasse 10 anni fa? E sapete anche che l'esaurimento ci sta spingendo ad usare più carbone e che più carbone sta portando più cambiamento climatico. Andiamo, dannazione: come potete ignorare l'evidenza così platealmente? Tutto questo sta succedendo davvero!

E nonostante ciò, il mondo anglofono sembra essere completamente cieco di fronte all'evidenza. Credo che non ci sia altra spiegazione che quella di invocare il concetto di “falena accecata dalla luce”. Immagino che, negli ultimi istanti, una falena non veda nemmeno la fiamma nella quale sta volando dentro. Ne è completamente accecata. Dobbiamo essere soggetti a qualcosa di simile. Stiamo volando nel disastro totale volontariamente, puntando perfettamente alla massimizzazione del danno a noi stessi e totalmente ciechi.

Dicono che le falene volino dentro alla luce intensa perché i loro cervelli orientati alla ricerca di luci deboli, forse per dirigere il loro volo – semplicemente non sono attrezzati per gestire luci molto intense. Il nostro sistema decisionale sembra soffrire dello stesso problema: è orientato alla ricerca del profitto economico a breve termine e non è mai stato concepito per qualcosa d''altro. Le prove del disastro in arrivo gli sono incomprensibili, quindi le spegne semplicemente. Più le prove aumentano, più il sistema opera attivamente per spegnerle. E vola nella fiamma.




(*) Alla fine, siamo stati in grado di trovare un editore che si prenderà cura della versione inglese de “Il Pianeta saccheggiato”. Se va tutto bene, dovrebbe uscire in autunno.