mercoledì 24 agosto 2011

Io e il Dr. Zarro


Il Dr. Zarro si costruisce in cantina un astronave per raggiungere il pianeta Mongo (dai fumetti di Flash Gordon di Alex Raymond). Va da se che la vita del ricercatore nel mondo reale non è esattamente così.


Una delle cose che fai come ricercatore è di fare il "referee" degli articoli degli altri. Funziona così; quando un ricercatore manda un articolo a una rivista scientifica, l'editore lo sottopone al giudizio di alcuni colleghi. Si chiama "peer review", ovvero "valutazione fra pari".

E' una cosa un po' noiosa e per la quale non si è pagati. Vi posso dire che certe volte è veramente noiosa; come l'ultima volta che mi è arrivato un lavoro scritto da dei cinesi in un inglese assolutamente misterioso che ho dovuto decifrare con grande fatica. Tuttavia, si fa; un po' per senso del dovere, un po' perché ci rendiamo tutti conto che è su questo tipo di cose che si basa la scienza. Il tuo mestiere è di trovare errori nel lavoro degli altri. Nel complesso, è un buon sistema; ha i suoi lati negativi, ma è un filtro che elimina la robaccia peggiore che altrimenti infesterebbe le riviste scientifiche.

In effetti, ci stavo pensando proprio in questi giorni: la scienza è costruita proprio intorno a un "servizio antibufala" tipo quello che fa Paolo Attivissimo sulle leggende che girano sul web e che, anch'io, nel mio piccolo, cerco di fare in questo blog e nel blog "Nuove Tecnologie Energetiche". Insomma, il mestiere del "debunker" i ricercatori ce l'hanno nel sangue.

Va da se che i criticati non sono mai troppo contenti di esserlo ma, nella scienza, vige un certo "gentlemen's agreement" su queste cose. Soprattutto, comunque, per evitare che qualcuno dei criticati abbia qualche caduta di stile, vige l'anonimità del referee. Ovvero, se fai il referee per una rivista scientifica, sei anonimo - puoi criticare senza che il criticato se la possa rifare con te. 

Se però uno si mette a fare il debunker sul web, c'è un piccolo problema: la situazione riguardo all'anonimità è esattamente opposta. Ovvero, ti trovi ad apparire con nome e cognome a criticare gente che, invece, appare soltanto con dei nick e non sai chi sono.

Da questo, deriva una situazione in cui far notare le fesserie che girano vuol dire tirarsi addosso insulti e maledizioni da parte di tutti quelli che si sentono offesi dalle tue deduzioni. L'ultima serie di accidenti che mi sono arrivati derivano dalla mia presa di posizione sulla storia dell "E-Cat" di Rossi e Focardi. Macchina che dovrebbe produrre energia dalla fusione nucleare ma che, a mio parere, si sta rivelando sempre di più una bella bufala.

Su questa faccenda della fusione E-Cat, c'è molta gente, evidentemente, che crede che gli scienziati siano un po' come il Dr. Zarro che, nei fumetti di Flash Gordon, si costruisce da solo un'astronave in cantina e poi ci viaggia fino al pianeta Mongo. Quando gli spieghi che non è proprio così, si arrabbiano come bambini ai quali hai rotto il giocattolo. Così, mi è arrivata addosso una scarica di insulti, in massima parte anonimi; alcuni anche molto fantasiosi. Ve ne passo soltanto uno: secondo un tale, io sono un "Barone d'Accademia con le labbra rigirate sotto le gengive" (non so cosa voglia dire, ma è curioso. Se cercate "E-Cat" e "Bardi" con google, ne trovate una bella serie).

Bene, a tutto ci si abitua; anche a pagare le tasse. Quindi, ci si abitua anche a essere insultati da anonimi sul web. Ma, certe volte, mi verrebbe voglia veramente di costruirmi un'astronave in cantina e partire per il pianeta Mongo.....