domenica 31 luglio 2011

Il cervello è un'appendice della pancia



Per chi è curioso a proposito della storia dell' "Energy Catalyzer" di Rossi-Focardi, la macchina meravigliosa che produce energia dalla fusione nucleare, ecco il terzo rapporto di Steven Krivit sull'argomento.


http://newenergytimes.com/v2/news/2011/37/NET370.shtml
 
Non è che ci sia dentro molto di nuovo rispetto a quello che si era detto, ma è interessante come riassunto di tutta la storia. Fa vedere quanto è impressionante il dilettantismo e l'approssimazione con cui questi si sono lanciati a raccontare di aver rivoluzionato la fisica. Dati persi, misure mal fatte, risultati che cambiano ogni mese, rapporti promessi e mai diffusi, rifiuto di dare dettagli, insulti a chi chiede delucidazioni, eccetera.

Ancora più impressionante è leggere sui commenti dei vari blog che parlano di questo argomento (per esempio, su giornalettismo) come gli stessi complottisti, quelli che vanno a cercare il pelo nell'uovo nelle misure fatte dai climatologi, invece si bevono in una sorsata le dichiarazioni fatte dai proponenti dell'E-Cat

E' proprio vero che il cervello è un'appendice della pancia - serve solo a giustificare quello che uno vorrebbe che fosse vero.

venerdì 29 luglio 2011

Disastro artico

I grafici che seguono sono dal Polar Research Center dell'Università di Washington. Non credo che ci sia bisogno di commenti. 



giovedì 28 luglio 2011

L'E-Cat perde vapore


L' “Energy Catalyser” (E-Cat) è un dispositivo che è stato annunciato da due Scienziati italiani come capace di risolvere i problemi energetici del mondo per mezzo della fusione nucleare. Sfortunatamente, ci sono seri dubbi su queste affermazioni. Nella figura sopra (da una relazione di Peter Ekstrom ) è visibile uno dei problemi dell' E-Cat:il buffetto di vapore prodotto dal dispositivo è troppo piccolo per indicare che produce veramente energia. (Questo post è stato pubblicato su "The Oil Drum" il 27 Luglio 2011)

Andrea Rossi e Sergio Focardi hanno recentemente annunciato di aver sviluppato un dispositivo (l' “energy catalyzer” o “E-Cat”) capace di produrre energia utile dalla reazione di fusione a bassa temperatura. Se fosse funzionante come riportato, l' E-Cat sarebbe una vera rivoluzione, non solo per la scienza, ma anche per la vita quotidiana. Avremmo un dispositivo semplice, capace di produrre una grande quantità di energia a basso costo senza generare inquinamento significativo e potremmo dire addio alla crisi energetica ed al riscaldamento globale allo stesso tempo. 

In un mio precedente post su"The Oil Drum" ho esaminato l'E-Cat lasciando aperta la possibilità che fosse un reale dispositivo a fusione. Qui, riesamino la questione sulla base di nuovi dati. Alla luce di ciò sembra molto inverosimile che l'E-Cat possa funzionare come viene sostenuto.

L'idea dell'E-Cat pone le sue radici sul precedente lavoro di Martin Fleischmann e Stanley Pons che, nel 1996, sostenevano di essere riusciti a fondere dei nuclei di deuterio insieme (“fusione fredda”) e ad ottenere un'abbondante fonte di energia. Tuttavia, le affermazioni di Fleishmann e Pons erano basate su misurazioni sperimentali imperfette che si rivelarono non avere nulla a che fare con la fusione fredda nella loro impostazione. Ciò non ha scoraggiato altri scienziati dal ricercare fenomeni simili; una ricerca che continua a tutt'oggi. Rossi e Focardi hanno riportato di essere stati in grado, nel processo, di fondere nuclei di nickel con nuclei di idrogeno a basse temperature, generando nuclei di rame ed energia utile. Secondo le loro affermazioni, la reazione dev'essere attivata fornendo un po' di energia alla cella di reazione, ma il calore che ne risulta prodotto potrebbe essere 30 volte maggiore o anche di più.

La prime reazioni alle dichiarazioni di Rossi e Focardi sono state caute (per esempio le mie e quelle di Kjell Aleklett) o anche di appoggio diretto (Hanno Essen e Sven Kullander). In ogni caso, queste reazioni iniziali erano basate sostanzialmente sulle dichiarazioni degli inventori dell'E-Cat. Nel mondo scientifico, c'è una credenza condivisa per cui quando un collega ti dice qualcosa che lei/lui ha fatto, non si presume subito che sia sbagliato, un inganno o un imbroglio studiato per far soldi. Comunque, quando la misurazione è importante, quando risulta cruciale per lo sviluppo di una nuova teoria o per smentirne una vecchia, allora dev'essere mostrato in dettaglio che sia stata correttamente eseguita a che possa essere indipendentemente ripetuta. Ovviamente, gli inventori non sono obbligati a mostrare esattamente come la loro invenzione funzioni, ma è nel loro interesse mostrare che funzioni.

Esaminiamo, quindi, la situazione dell'E-cat come si presenta in questo momento. Nessuna prova diretta di una reazione nucleare all'interno del dispositivo è stata riportata, per esempio, l'emissione di raggi gamma. La sola prova disponibile è indiretta e proviene dalla grande quantità di calore in eccesso che si afferma venga prodotto dal reattore. In quanto unica base dell'affermazione del fatto che avvenga una reazione nucleare, il calore in eccesso (se c'è) prodotto dal reattore avrebbe dovuto essere misurato con estrema cura a con le necessarie precauzioni per assicurarsi che sia significativo. Sfortunatamente sembra che non sia andata così. L'impostazione sperimentale per le misurazioni del calore sembra inadeguata e dilettantesca; i risultati sono poco chiari e la ripetibilità non è stata dimostrata. Sembra legittimo pensare che l'affermazione di “fusione fredda” di Rossi e Focardi poggi su prove scarse o anche su nessuna.

Una misurazione calorimetrica attendibile del calore prodotto dall'E-Cat potrebbe essere eseguita effettuando cicli di acqua di raffreddamento all'interno di un serbatoio isolato e misurando le temperature dell'acqua. Conoscendo la quantità di acqua, sarebbe possibile ottenere una prima stima del calore prodotto. Questo, di per sé, potrebbe non essere sufficiente. La misura del calore potrebbe essere validata rimpiazzando l'E-Cat con un resistore e quindi misurando la potenza necessaria per scaldare l'acqua alla stessa temperatura raggiunta con l'E-Cat in azione. Ma il test cruciale sarebbe uno a “in bianco” in cui verrebbe mostrato che c'è una differenza significativa fra il calore generato da un E-Cat in funzione ed un dispositivo dove il “catalizzatore” sia assente.

E' chiaro, tuttavia, che gli inventori dell'E-Cat non hanno fatto nulla del genere. Non hanno chiuso il ciclo di raffreddamento, hanno lasciato sfogare il vapore e stimato la quantità di calore creato presumendo che tutta l'acqua che passa per l'E-Cat venga vaporizzata. Questo è ovviamente un'impostazione molto povera che garantisce grandi errori semplicemente perché non c'è modo di essere sicuri che tutta l'acqua venga vaporizzata. Inoltre, è chiaro da questo film che questo è il modo in cui sono state interpretate le misurazioni.

Anche un'impostazione sperimentale povera può dirci qualcosa se usiamo delle precauzioni elementari. Semplicemente usando 2 E-cat, uno attivo e l'altro senza il catalizzatore, potrebbe essere possibile vedere una differenza, se esiste un eccedenza di calore. Ma Rossi ha rifiutato di affrontare la questione di un test a vuoto. Potrebbe valere la pena di menzionare, a questo punto, che la caduta della “fusione fredda” del 1996 annunciata da Fleischmann e Pons cominciò quando non poterono dimostrare di aver eseguito un test a vuoto nei loro esperimenti.

Complessivamente, Peter Ekstrom fa delle considerazioni convincenti quando mostra che l'E-Cat non produce alcun eccesso di calore. Come risposta Rossi non ha trovato niente di meglio di dare del “clown” a Ekstrom. Questa risposta è stata successivamente cancellata dal blog di Rossi, ma si può ancora trovare in rete, per esempio qui. Questo è solo un esempio dell'attitudine generale del Sig. Rossi riguardo a chi lo critica. Steven Krivit ha descritto correttamente diversi dei punti deboli delle dichiarazioni di Rossi e Focardi. Quindi, possiamo aggiungere che le misurazioni fatte in Svezia hanno mostrato che il presunto rame creato dalla trasmutazione nucleare nell'E-Cat ha la stessa composizione isotopica del rame naturale. Questo è semplicemente impossibile.

Naturalmente, tutto ciò non prova che l'E-Cat non possa funzionare come descritto, ma l'onere della prova resta agli inventori ed è chiaro che essi sono assai lontani dall'essere capaci di mostrare che il loro dispositivo è una macchina che produce energia basata sulla fusione nucleare. Sembra che la storia dell'E-Cat stia dirigendo rapidamente verso il reame della 'scienza patologica'. Grandi annunci di rivoluzioni scientifiche supportati da piccole o nessuna prova, ricette ambiziose su come salvare il mondo per mezzo di qualche macchinario miracoloso, oscure esternazioni mascherate come teorizzazioni scientifiche, insulti ad hominem ai non credenti, ecc. E' uno schema ben conosciuto. Da ora in avanti, potremmo aspettarci di vedere un'onda di teoria della cospirazione in relazione all'E-Cat. Alla fine, passerà anche questo.

Tradotto da Massimiliano Rupalti

martedì 26 luglio 2011

New Ice Age: un'altra figuraccia



Scusate per questo ulteriore post sui glacialisti di NIA (New Ice Age). Giuro che è l'ultimo, poi ricominciamo a occuparci di cose serie. Ma questa ultima cosa che hanno pubblicato è veramente troppo bella per non commentarla. Fa impressione come questi qui riescano a darsi la zappa sui piedi da soli in questo modo.


Guardate questo post su "New Ice Age" dedicato alla mia modesta persona. Ne vale la pena! Allora, vi riassumo la storia:

Su uno dei miei post su Cassandra, arriva un commento di un anonimo che mi chiede la mia opinione su quello che lui chiama "drastica riduzione recente del buco dell'ozono" e delle sue conseguenze sul clima. Mi sono accorto subito che c'era qualcosa di strano nella sua richiesta, più che altro per il tono di lode sperticata, tipo "grande professore", "luminare" eccetera. Insomma, questo qui cercava chiaramente di incastrarmi. Sono stato tentato di mandarlo a quel paese, ma alla fine ho deciso che non era il caso. Poteva essere, dopotutto, anche una persona che veramente voleva sapere qualcosa sull'ozono. Insomma, lui traccheggia un po' con una serie di domande; io gli rispondo senza dargli troppo spago. Alla fine gli dico gentilmente che il buco dell'ozono non è il mio campo e che i commenti di "Cassandra" non sono il posto giusto per discuterne.

Capitolo chiuso, pensavo. E invece no. Su NIA appare un incredibile post dove "Riccardo" dichiara di essere entrato "sotto mentite spoglie" nel blog Cassandra e di essere stato lui l'anonimo bugiardo che mi faceva le domande. Vale veramente la pena di leggere il suo post: guardatelo com'è tutto ringalluzzito che dice, "sono stato sul blog del grande professore e lui ha ammesso di non saper nulla di ozono. Ne so più io di lui!!". Sembra un bambino di 12 anni tutto gasato che racconta ai suoi amici che ha rubato la marmellata e la mamma non se ne è accorta.

Ora, vale la pena far notare a "Riccardo" che:

1. Non sa nemmeno leggere l'inglese. Gli autori che cita non dicono affatto quello che dice lui. (*)
2. Non ha capito nulla di come funziona la scienza se crede che quando uno scienziato dichiara onestamente di non essere esperto in un certo campo, questo vuol dire che è un incompetente. 
3. E' un falso e un  bugiardo per sua stessa ammissione (e se ne vanta anche!!)

Insomma, credo che questa sia un'ulteriore illustrazione della storiella Zen che dice che quando uno è arrivato in fondo alla buca, deve continuare a scavare. Come ci si possa ridurre in queste condizioni, francamente mi sfugge; peccato, perché alcuni dei membri di NIA sono persone intelligenti che avrebbero anche dei numeri se accettassero di confrontarsi seriamente con gli scienziati. Ma si rovinano con l'atteggiamento infantile di alcuni di loro.

A loro parziale discolpa, va detto che il post di Riccardo è stato criticato da altri membri di NIA nei commenti, con il suggerimento di rimuoverlo dal sito. Ma ormai la figuraccia l'hanno fatta.





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*Ah... a proposito del buco dell'ozono, il fatto di dichiarare che un certo soggetto non è il proprio campo, non vuol dire che uno non debba essere in grado di interpretare correttamente i dati disponibili. Allora,  "Riccardo" sosteneva che "ilbuco dell'ozono si è drasticamente ridotto negli ultimi anni". Nel suo articolo su NIA cita a sostegno della sua affermazione un lavoro di "Ken Carslae" (in realtà  Ken Carslaw). Ma se andiamo a cercare l'articolo di Carlslaw, troviamo scritto (grassetto mio), "However, recovery of Antarctic ozone depletion in the next two decades will likely cause a fall in wind speeds, a decrease in cloud drop concentration and a correspondingly weaker cloud feedback." Appunto, Riccardo non sa leggere l'inglese. D'altra parte, basta andare su wikipedia per accorcersi che da tutti i dati disponibili è chiaro che lo strato di ozono si sta molto lentamente riducendo, ma ci vorranno cinquant'anni prima che ritorni a com'era una volta. Altro che "drastica riduzione negli ultimi anni"!!!

lunedì 25 luglio 2011

Breivik, il mostro di Oslo, è anche un negazionista climatico

Scusate se insisto con la tragedia di Oslo, ma è una cosa che mi ha abbastanza scosso. Sono ancora più scosso, oggi, a scoprire che Anders Breivik, il mostro di Oslo, è anche un negazionista climatico che usa tutto l'armamentario del negazionismo andante, dal climategate a Christopher Monckton. E pensare che avevo sempre creduto che questa gente fosse, più o meno, innocua.


Vi passo qualche pezzetto dal "manifesto" di Breivik
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Excerpts From Breivik's "Manifesto"

http://www.2shared.com/file/M-s-2fBD/2083-AEuropeanDeclarationofInd.html


2.72 Green is the new Red - Stop Enviro-Communism!

You might know them as environmentalists, enviro-communists, ecoMarxists, neo-Communists or eco-fanatics. They all claim they want to save the world from global warming but their true agenda is to contribute to create a world government lead by the UN or in other ways increase the transfer of resources (redistribute resources) from the developed Western world to the third world. They hope to accomplish this through the distribution of misinformation (propaganda) which they hope will lead to increased taxation of already excessively taxed Europeans and US citizens. The neo-communist agenda uses politicised science to propagate the global warming scam in order to implement their true agenda; global Marxism. Marxism’s ultimate goal is to redistribute wealth from successful nations to failed nations, instead of actually trying to fix these broken nations. Politicised science is being used by the cultural Marxist hegemony to manipulate the unsuspecting masses. They are using our trust and faith in science to spread lies and hysteria that will allow Marxists to implement socialist “solutions” to a problem that never actually existed.

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That's exactly what is happening with the Anthropogenic Global Warming scam; too many people are too demoralised to assess true information about Socialism, Communism, and climate change to allow its use for other agendas on the hands of the useful idiots “the leftists” as former KGB agent Yuri Bezmenov calls them. Enviro-communism is a new twisted idea of redistribution of wealth through “environmental” policies and the Copenhagen Climate Change Conference 2009 is the perfect manifestation of it. Environmental Justice is the new Social Justice; Climate Debt is the new Redistribution of Wealth, Anthropogenic Global Warming scam is the Communism.

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Please see Lord Christopher Monckton's speech:
http://www.youtube.com/watch?v=PMe5dOgbu40&feature=player_embedded

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Barak Obama received the Nobel Peace prize for exactly the same reason Al Gore did. The prize is given by Thorbjørn Jagland, Chair of the Nobel Committee who was also the Vice President of Socialist International. One can think they are pushing a global agenda of Enviro-Communism or Eco-Marxism that will force Europe and the US to cater for the global Eco-Marxist agenda. Their end goal is to “punish” European countries (US included) for capitalism and success. The Marxist agenda of the Climate Change Conference 2009 was to discuss the totalitarian idea of World Government, transfer of wealth from Western countries to 3rd world countries under what they call “Climate debt”, because allegedly western countries have been burning CO2 and 3rd world countries haven’t!

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Climategate incident – exposing the eco-Marxist scam

On Thursday 19th November 2009 news began to circulate that hacked documents and communications from the University of East Anglia’s Hadley Climate Research Unit (aka CRU) had been published to the internet. The information revealed how top scientists conspired to falsify data in the face of declining global temperatures in order to prop up the premise that man-made factors are driving climate change. The documents and emails illustrated how prominent climatologists, affiliated with the UN’s International Panel on Climate Change, embarked on a venomous and coordinated campaign to ostracise climate skeptics and use their influence to keep dissenting reports from appearing in peer-reviewed journals, as well as using cronyism to avoid compliance with Freedom of Information Act requests. Here follows a compendium of articles and videos on what was quickly dubbed as “ClimateGate”. The full story: [3]

Sources:
1. http://www.foxnews.com/projects/pdf/113009_IISDreport.pdf
2. http://www.europa-eu-un.org/articles/en/article_8975_en.htm
3. http://www.prisonplanet.com/climate-bombshell-hacker-leaks-thousands-of-emails-showing-conspiracy-to-hide-the-realdata-on-manmade-climate-change.html
4. http://www.prisonplanet.com/climategate-the-final-nail-in-the-coffin-of-anthropogenic-global-warming.html
5. http://www.prisonplanet.com/hacked-e-mails-climate-scientists-discuss-hiding-decline-in-temperatures.html
6. http://www.prisonplanet.com/mike%E2%80%99s-nature-trick.html
7. http://www.prisonplanet.com/mcintyre-the-deleted-data-from-the-%e2%80%9chide-the-decline%e2%80%9d-trick.html
8. http://www.prisonplanet.com/hide-the-decline-climategate.html
9. http://www.prisonplanet.com/bishop-hill%E2%80%99s-compendium-of-cru-email-issues.html

Franco Battaglia: non è questo il modo di dargli torto


Mi sono accorto oggi che c'è un gruppo di facebook con il titolo "Franco Battaglia va sbugiardato e radiato dall'Università"

Scusate, ma non ci siamo proprio. Va bene per "sbugiardare" Franco Battaglia - ovvero dimostrare che ha torto. Sono il primo a non essere d'accordo con lui e lo dico spesso (per esempio, di recente in questo post). Ma non va bene inneggiare a cacciarlo via dall'università.

Questa è intolleranza ideologica nella sua forma più deleteria. A intruppare gli universitari nell'ideologia corrente da noi ci pensavano già i fascisti al tempo della richiesta del "giuramento di fedeltà al partito fascista". E ci sono tanti altri esempi, dalla "caccia alle streghe" degli anni '50 negli Stati Uniti alla "Rivoluzione Culturale" in Cina, per non parlare di Stalin e delle sue purghe. Insomma, sono esempi che dovremmo cercare di evitare di ripetere.

Io stesso mi trovo ad avere a che fare con una banda di deficienti che non sono d'accordo con quello che dico sul cambiamento climatico e per questa ragione mi insultano, mi danno di nazista e invocano a gran voce il mio licenziamento. Andate a vedere i commenti a questo post e vi renderete conto di come si possa cadere in basso a furia di ideologia settaria. Altri miei colleghi sono stati insultati e vilipesi sul web per le loro opinioni.

Certo, chi non ha altro argomento che l'insulto finisce per dare ragione all'insultato e, a lungo andare, questo modo di fare si ritorce contro chi lo fa. Ma non è piacevole per nessuno ricevere insulti anche se uno cerca di ignorarli. In un post precedente parlavo di quegli imbecilli che non hanno trovato un passatempo migliore che mostrare un cappio a uno scienziato che faceva una conferenza. Da questo dicevo che ci sono abbastanza squilibrati in giro che possono passare dagli insulti sul web alla violenza fisica. E che questi squilibrati esistono, lo si è visto di recente in Norvegia.

Allora, permettete un modesto suggerimento: desistete con questo gruppo di facebook. In primo luogo, è una cosa antipatica, poi fa danni alla causa stessa che vuol sostenere. Se vogliamo sostenere l'energia rinnovabile e la sostenibilità non è insultando Franco Battaglia che otterremo dei risultati.


Ah.... fra le varie cose, ho trovato su facebook un gruppo intitolato "Il Surriscaldamento Globale è una Cazzata" E' inattivo dal 2008 ed è in fase di archiviazione. Anche loro, a furia di insulti, si sono fatti del male da soli!

domenica 24 luglio 2011

La tragedia di Oslo: ingegnosi nel male.


Il cappio mostrato al climatologo Hans Schellnhuber da un fanatico criminale a una conferenza in Australia. Riferendomi a questo evento, solo poche ore prima della strage di Oslo, scrivevo: "Per il momento, le varie minacce rimangono solo virtuali, ma cosa impedisce a qualche squilibrato di metterle in pratica?" Sono stato anche troppo profetico, purtroppo. (il post che segue è tradotto dalla versione inglese)


Si dice che il cervello umano è la cosa più complessa che conosciamo in tutto l'universo. I sistemi complessi, per via della loro natura, sono impossibili da prevedere e controllare. Un sistema che è dominato da cicli di retroazione si può stabilizzare su stati del tutto inattesi. Il cervello di Anders Behring Breivik, l'assassino di Oslo, è un sistema complesso che ha raggiunto un certo livello di orribile lucidità. Si può ottenere qualche sprazzo di questa lucida follia da questo documento che lui ha scritto sotto uno pseudonimo ovvio.

http://www.scribd.com/doc/60743276/2083-A-European-Declaration-of-Independence

Di tutte le cose che mi è capitato di leggere nella mia vita, questa è quella che si avvicina di più alla definizione del "male assoluto." Non è neanche tanto per quello che Breivik ha fatto, ma per quello che é, perlomeno come appare essere da questo documento. Ne otteniamo un'impressione di un grado di cattiveria spaventoso che non sembrerebbe neppure possibile. Eppure, come dicevo, il cervello umano è la cosa più complessa dell'universo e può raggiungere anche questa condizione. Provate a immaginarvi la solitudine di quest'uomo così come la descrive. Provate a immaginarvi di essere in questo stato di esaltazione personal, convinti che è il vostro dovere, da soli, di salvare l'Europa uccidendo i nemici dell'Europa. E' questo è scritto da un uomo che si definisce "cristiano".

Di fronte a una cosa del genere, posso solo citare Paolo di Tarso nella sua lettera ai Romani (1:30) quando dice "ingegnosi nel male." Il male prende molte forme, spesso inaspettate, Non c'è dubbio Anders Breivik è stato ingegnoso a trovarne una particolarmente orribile.

venerdì 22 luglio 2011

Il picco degli imbecilli


Per decollare e spargersi per il web, le leggende devono trovare un numero sufficiente di imbecilli che ci credono e che le ripetono. Ma non sempre questo succede: per esempio, la leggenda del "petrolio abiotico" non riesce ad attecchire in Italia; forse perché c'è stato un picco degli imbecilli? Può darsi, ma purtroppo altre leggende altrettanto strampalate, come quella delle scie chimiche e di un'era glaciale imminente, continuano a imperversare sul web.


Mi è capitato ultimamente di imbattermi in un sito curioso; intitolato "petrolio abiotico." Scusate se non vi do il link diretto, per evitare che qualche strampalato arrivi qui a far danni. Ma se cercate su google "petrolioabiotico" e "shooterinaction" quel sito lo trovate subito.

Bene, questo sito ha aperto il 4 Giugno di quest'anno con tutta la classica attrezzatura della bufala rampante. Parte dalla leggenda di base, quella del "petrolio abiotico", ovvero che il petrolio è sempre esistito in enormi quantità nelle viscere della terra. Ne consegue che la crisi del petrolio è tutto un complotto per farci pagare più care la benzina. I corollari sono vari insulti ai "disinformatori pagati" di ASPO (Colin Campbell, Jean Laherrere, il modesto sottoscritto e altri); al complotto delle multinazionali, ai vari tentativi di offuscazione della verità, eccetera, eccetera. Immancabile, poi, la menzione del "Club di Roma" come un'associazione di cospiratori dedicati alla conquista del mondo. E non sono solo insulti, ma si va anche sulle minacce fisiche, tipo "preparate i bastoni per prendere a randellate chi vi sta prendendo per il culo e vi fa pagare il carburante un occhio della testa!"

L'autore, rigorosamente anonimo con il nick di "shooter" (un nome, un programma) ci si è messo di buzzo buono a tradurre svariati articoli di anti-picchisti e abioticisti e ha pubblicato 18 post. Tutto lavoro sprecato perché nessuno lo ha minimamente c**ato. Non avendo trovato abbastanza imbecilli che gli abbiano dato retta, in un post datato 6 Luglio, Shooter annuncia la chiusura del blog, prendendosela con i lettori ai quali dice, "dovete morire." (Legge di Goodwin a parte, qui Shooter ricorda un po' Adolf Hitler nel suo bunker di Berlino che se la prende con i Tedeschi che non hanno combattuto abbastanza bene per lui!).

Non so dire come mai il web italiano, a differenza di quello in inglese, risulti nel complesso abbastanza refrattario alla leggenda del petrolio abiotico (per ora, perlomeno). Ci aveva provato inizialmente Roberto Vacca, deciso a rovinarsi in brevissimo tempo una solida reputazione che si era costruito in decenni di lavoro. Ma non aveva avuto successo nemmeno lui. Forse è perché la reazione è stata rapida e immediata. Forse, però, c'è stato veramente un picco degli imbecilli e dopo tanti esempi di stupide leggende che si spargono in giro, la gente comincia a farsi un tantino più furba.

In ogni caso, credo che la storia di "petrolioabiotico" sia abbastanza interessante come esempio di come nascono le leggende su internet. Sembra che ci sia uno schema generale in queste cose. Si parte da qualche idiozia; scelta però in modo tale da poter essere presentata come un complotto ai nostri danni e da scatenare odio settario nei riguardi di qualche categoria di persone. Ora, in "petrolioabiotico" per nostra grande fortuna non abbiamo visto formarsi la setta di credenti che invece infesta altri siti di leggende. Ci è andata bene, altrimenti avremmo in giro una banda di ragionieri, baristi, operatori ecologici, ciabattini e disk-jockey che si sono improvvisati geologi e che veleggiano per il web a sostenere che il fatto che la benzina costi così cara è tutto un complotto per imbrogliarci.

Tuttavia, ci sono casi dove il meccanismo di creazione di una setta di credenti ha funzionato molto bene. Uno dei più classici è quello delle "scie chimiche," l'idea che in qualche modo i poteri forti stiano sparando veleni mortali dagli aerei di linea. Oppure, quello del sito "New Ice Age" dove si racconta di una nuova era glaciale in arrivo. Il risultato è la nascita di piccole conventicole di persone che si raccontano fra di loro sempre le stesse cose e che - apparentemente - finiscono per crederci per davvero. Non è uno scherzo: là fuori ci sono veramente delle persone che credono alle scie chimiche e all'era glaciale imminente. Questi siti generano poi pattuglie di credenti che si sparpagliano per internet a raccontare la loro versione delle leggi dell'universo; nel processo insultando e minacciando chi non la pensa come loro.

Purtroppo, i meccanismi psicologici che creano queste forme di sbilanciamento mentale sono estremamente potenti e, soprattutto, perversi. E' ben noto che i membri di una setta reagiscano alle critiche "stringendo i ranghi" e confermandosi fra di loro ancora di più le loro strambe teorie. L'esempio classico è quello della setta dei "seekers" il cui leader, Dorothy Martin, aveva ricevuto un messaggio dagli extraterrestri che annunciavano il loro arrivo il 21 Dicembre 1954. In quel giorno, avrebbero imbarcato i membri della setta sul loro disco volante per salvarli da un cataclisma planetario imminente. Ovviamente, il 21 Dicembre 1954 non è successo nessun cataclisma e nessun extraterrestre è arrivato. Il bello è che, tuttavia, i membri della setta non hanno lasciato la setta dopo aver infamato la Martin come si sarebbe meritato. Anzi, si sono ancora più convinti di aver ragione e si sono messi con maggior fiducia ad aspettare l'arrivo degli extraterrestri che, secondo la Martin, era stato soltanto "rimandato". Lo studio dello psicologo Americano Leon Festinger su questo caso è affascinante, così come lo ha descritto nel suo libro "When Prophecy Fails" (quando la profezia fallisce). Dorothy Martin è morta nel 1992, continuando fino all'ultimo a ricevere messaggi dagli extraterrestri. Pare che qualche vestigia della setta da lei fondata esista ancora oggi, o perlomeno esiste un gruppo di Facebook (anche se vuoto) che si riferisce al nome dell'ultima versione della setta. Gli esseri umani, alla fine dei conti, non sono creature razionali.

In molti casi, le credenze di questi piccoli culti sono abbastanza innocue. Certamente, i "seekers" della signora Martin non facevano danni a nessuno, ma non è sempre così. Uno dei problemi è che i membri possono diventare aggressivi. Io, dal sito "New Ice Age" ho avuto minacce di morte, insulti vari, e invocazioni al mio licenziamento. Alcuni miei colleghi hanno avuto reazioni analoghe da parte degli sciachimisti. Da notare anche il caso del cappio mostrato pubblicamente al climatologo Hans Schellnhuber mentre faceva una conferenza. Per il momento, le varie minacce rimangono solo virtuali, ma cosa impedisce a qualche squilibrato di metterle in pratica? Si rischia poi che qualcuno utilizzi questi pazzoidi in buona fede per degli scopi oscuri, come è successo molte volte nella storia. Il caso delle brigate rosse dovrebbe farci pensare.

Un problema anche più importante con le sette pseudoscientifiche è quando cominciano a interferire in campi dove possono fare dei danni reali e concreti; come quando, per esempio, qualcuno pretende di curare il cancro con il bicarbonato. Nel campo della scienza del clima, l'azione di disturbo di questa gente costringe gli scienziati a un continuo lavoro di smentita e aggiunge ulteriore confusione alla campagna di disinformazione in corso.

Il problema nel gestire questo fenomeno sta nella reazione difensiva che già Festinger aveva trovato nel suo studio del culto dei "seekers". Le critiche vengono prese dai membri della setta come prova che esiste un complotto contro di loro. Così, ogni tentativo di dimostrare ai glacialisti che il pianeta si sta riscaldando è preso come una prova del complotto contro di loro in corso. Se si insiste, si passa poi a ricevere insulti, minacce e tutto il resto. E' ormai uno schema ben noto.

Allora, cosa fare? Ho paura che non ci siano soluzioni ovvie. I "seekers" di Chicago hanno continuato a credere per decenni all'imminente arrivo degli extra-terrestri. Questi che credono nell'era glaciale imminente continueranno a crederci anche bolliti. E' difficile dire se è meglio ignorarli o trattarli come si meritano. Ci possiamo consolare con il fatto che, di solito, le assurdità che questa gente racconta sono tali che non fanno molti proseliti e che - sperabilmente - si ritorcono contro di loro. Così, chissà che non arrivi davvero il picco degli imbecilli a fermarli, come è successo per "petrolioabiotico".

mercoledì 20 luglio 2011

Tempi duri per la scienza




Post apparso su "Cassandra's legacy". Traduzione dall'inglese di Alessandro Corradini. 


Saltate lo sproloquio del tizio diversamente encefalizzato all'inizio. Andate al minuto 1:00 e guardate il cappio presentato allo scienziato che sta parlando.

Va bene, sono solo un paio di pazzi, ovviemente non vale la pena dargli retta. Ma, pensateci solo per un momento. La scena non vi ricorda stranamente il film "Ipazia"? Sì, nell'età del declino dell'Impero Romano, Ipazia, scienziata e filosofa, è stata prima minacciata e poi uccisa da un gruppo di pazzi solo per il fatto di essere una scienziata.

Eh, beh, ovviamente queste cose non possono succedere da noi.... sicuramente no............


Nota aggiunta alla versione italiana del post. Queste cose non succedono soltanto in Australia. Per il momento non mi è mai capitato che qualcuno mi minacciasse a qualche conferenza con un cappio, ma mi è successo di essere minacciato di morte da dei diversamente encefalizzati qui in Italia. E' successo in Agosto dell'anno scorso. Dev'essere il caldo che gli da alla testa, perché insistono anche quest'estate con nuove minacce. 

D'altra parte, poveracci, capisco anche che deve essere molto dura continuare a sostenere seriamente che andiamo verso una nuova era glaciale quando i ghiacci polari si stanno sciogliendo a velocità mai viste(*). Ci vuole una fede veramente rocciosa per insistere a negare l'evidenza dei fatti. A lungo andare, però, continuare a negare la realtà ti porta a uno sbilanciamento mentale completo, come si vede dalle cose che pubblicano sul loro sito. Il caldo che fa, sicuramente aiuta.
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* A proposito dello scioglimento dei ghiacci, vedi per esempio questo articolo recentissimo:

Recent melt rates of Canadian Arctic ice caps are the highest in four millennia, by David Fishe et al., Global and Planetary Change, doi:10.1016/j.gloplacha.2011.06.005


Global and Planetary Changedoi:10.1016/j.gloplacha.2011.06.005 


Recent melt rates of Canadian Arctic ice caps are the highest in four millennia


David Fisher, James Zheng, David Burgess, Christian Zdanowicz, Christophe Kinnard, Martin Sharp and Jocelyne Bourgeois

Abstract



There has been a rapid acceleration in ice-cap melt rates over the last few decades across the entire Canadian Arctic. Present melt rates exceed the past rates for many millennia. New shallow cores at old sites bring their melt series up-to-date. The melt-percentage series from the Devon Island and Agassiz (Ellesmere Island) ice caps are well correlated with the Devon net mass balance and show a large increase in melt since the middle 1990s. Arctic ice core melt series (latitude range of 67° to 81° N) show the last quarter century has seen the highest melt in two millennia and the Holocene-long Agassiz melt record shows the last 25 years has the highest melt in 4,200 years. The Agassiz melt rates since the middle 1990s resemble those of the early Holocene thermal maximum over 9,000 years ago.



http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S092181811100097X

sabato 16 luglio 2011

Un'altra tegola climatica che ci casca sulla testa


Dati sulle temperature globali dal NOAA. L'effetto cumulativo del riscaldamento è chiarissimo dalla perdita di ghiaccio in Groenlandia (a destra). La tendenza è chiara anche per le temperature atmosferiche (a sinistra), ma negli ultimi 10 anni, circa, l'aumento è stato meno rapido. Questo andamento è stato interpretato da parte di vari diversamente esperti di clima come "prova" che il riscaldamento globale non esiste. Adesso, un recente studio spiega le ragioni del rallentamento e ci fa vedere come siamo in guai ancora peggiori di come potevamo pensare di essere. 

Ormai, le tegole climatiche sulla testa ci arrivano tutti i giorni o quasi: dall'esplosione del numero delle meduse nei mari (che hanno anche bloccato delle centrali nucleari) agli eventi meteorologici estremi: incendi, alluvioni, tempeste di sabbia e varie.

L'ultima tegola che ci casca sulla testa è quella riportata in un lavoro recente  pubblicato sul PNAS che descrive come le emissioni di particolato di zolfo generate dalla combustione del carbone in Cina, abbiano parzialmente schermto la radiazione solare e quindi rallentato la crescita delle temperature terrestri negli ultimi 10 anni o giù di li.

Ora, lo so che ci sono persone diversamente encefalizzate, là fuori, che hanno preso questa cosa come una conferma che "il riscaldamento globale si è fermato" e quindi come occasione di gioire. Ahimè, cari diversamente dotati di tessuto neuronale, rendetevi conto che non è decisamente il caso di gioire. Questo studio conferma in pieno tutto quello che sappiamo del riscaldamento globale e ci dice che l'effetto del CO2 come gas serra potrebbe essere anche più forte di quanto non si pensi.

Ma il punto cruciale è che il pulviscolo di zolfo sta nell'atmosfera per pochi anni, poi sparisce. Invece, il CO2 ha un tempo di riassorbimento nel ciclo geologico che è dell'ordine del milione di anni. E non mi venite a obiettare che viene assorbito dagli oceani - è vero, ma è CO2 addizionale che fa ulteriori danni per acidificazione - questo è "il fratello bastardo del riscaldamento globale".

Ne consegue che quando smetteremo di bruciare carbone - il che dovrà succedere per forza, prima o poi - ci ritroveremo con tutto il CO2 rimasto nell'atmosfera e niente più pulviscolo di zolfo a rallentare i suoi effetti. Quindi, ci ritroveremo addosso tutto il riscaldamento globale che non abbiamo visto nell'ultimo decennio, con gli interessi.

Qualcuno della categoria dei neuronal-assenti potrà anche sostenere che dovremmo continuare a emettere zolfo il più a lungo possibile. Può darsi che serva per contrastare gli effetti riscaldanti del CO2, ma non ci proteggerà dal fratello bastardo che è l'acidificazione degli oceani. E, comunque, il CO2 di per se fa male a concentrazioni sufficientemente alte.

Insomma, una tegola dopo l'altra che ci arriva sulla testa e qualche imbecille racconta che ne dovremmo anche essere contenti!



Link al lavoro del PNAS. http://www.pnas.org/content/early/2011/06/27/1102467108

domenica 10 luglio 2011

La grande tempesta di sabbia di Phoenix


The Phoenix Haboob of July 5th, 2011 from Mike Olbinski on Vimeo.

Se volete, potete anche dire che questo non ha niente a che vedere con le azioni umane che cambiano il clima e l'ecosistema........ certo, certo.....

sabato 9 luglio 2011

Questa nave non può affondare




Contraristi: "Questa nave non può affondare"
Climatologi: "Stiamo affondando"
Economisti: "Le scialuppe devono costare poco"
Ambientalisti: "Le scialuppe devono essere ecologiche"

IL picco dell'Università

Note for English speaking readers: the English version of this post is at "Cassandra's legacy"

Studenti della scuola di dottorato IISCABC sulla chimica dell'ambiente e dei beni culturali, tenuta a Feltre (Italy) il 5-8 Luglio 2011

Traduzione dall'Inglese di Massimiliano Rupalti



A volte mi chiedono “lei è un insegnante?” La mia risposta normalmente è, “Beh, diciamo che a volte entro in una classe dove ci sono dei giovani seduti, dico delle cose, loro mi guardano e, a volte, buttano giù qualcosa sui loro blocchi di appunti. Se questo dà la qualifica di insegnante è oggetto di discussione.”

Negli anni i miei dubbi su cosa sto facendo come insegnante (così per dire) sono andati crescendo. Questa impressione è stata rafforzata dalla mia esperienza con due corsi estivi tenuti quest'anno. In entrambi i casi la classe era organizzata come vedete nella foto sopra. Studenti che siedono dietro a degli schermi di computer. Come docente, non posso sapere cosa stiano facendo, posso soltanto vedere che che stanno digitando qualcosa e muovendo i loro mouse. So anche che sono connessi ad internet. Che stiano chattando coi loro amici? Rispondendo ad e-mails? Cercando le ultime notizie? Chi lo sa? Ma questo tipo di sistemazione è diventato sempre più comune nelle classi.

Per certi aspetti, vederli per metà nascosti a fare cose insondabili potrebbe ben essere un miglioramento in confronto al vecchio stile. Di solito se ne stavano seduti in classe mentre ti guardavano con occhi vitrei, scarabocchiando qualcosa sui loro blocchi di appunti (cosa stanno scrivendo? Prosa? Poesia? Formule magiche? Invocazioni a divinità oscure?). Avendo un computer ed una connessione potranno al limite collegarsi a Facebook per evadere dalla noia della media delle lezioni universitarie. (e pensate che insegno chimica, cosa noiosa quasi per definizione.)

Naturalmente potremmo proibire agli studenti di navigare su internet durante le lezioni. Questo comunque, non ci libererebbe dal semplice fatto che, con pochi semplici click su wikipedia, google o cose simili, gli studenti possono accedere ad un'abbondanza di informazioni che sono più complete, aggiornate, meglio organizzate, presentate razionalmente (e chi più ne ha più ne metta) di qualsiasi cosa possa essere insegnata da una singola persona in piedi di fronte a loro.

Questo è vero, perlomeno, quando l'idea è quella di insegnare le basi di ambiti molto estesi. Le cose cambiano quando si entra in soggetti specializzati, dove un ricercatore specializzato potrebbe conoscere più di qualsiasi cosa si possa trovare su wikipedia. Ma c'è un limite all'utilità di insegnare materie specifiche a studenti medi. Quindi non c'è alcuna meraviglia nel fatto che gli studenti trovino il tempo speso nelle lezioni un oceano di noia. Sono sicuro che è così. Ricordo perfettamente fosse noioso per me quand'ero uno studente e non credo che le cose siano cambiate oggi. Se non ne siete convinti, andate a dare un'occhiata a siti come "ratemyprofessor". Se siete degli insegnanti (o, perlomeno, emettette suoni in una stanza chiamata “aula”) e ci potete trovare il vostro nome, probabilmente la vostra autostima accuserà un brutto colpo. (Io sono fortunato che i miei studenti non possano scrivere in inglese!)

Quindi, penso che un certo modo di trasmettere la conoscenza sia ormai tramontata. L'Università come depositaria del sapere potrebbe facilmente aver superato il proprio picco e seguire rapidamente la china che ha seguito il regolo calcolatore e la macchina da scrivere meccanica. Cioè scomparire, superate da strumenti più veloci, migliori e più versatili. Abbiamo bisogno di pensare nuove e più dinamiche modalità di trasmettere la conoscenza, abbiamo bisogno di fermare questo grottesco rituale in cui diciamo cose a dei giovani che ti guardano, senza avere modo di sapere se stiano veramente decodificando i suoni che stiamo emettendo. Dovremmo piuttosto focalizzarci sul contatto diretto e umano con l'insegnante. La relazione con un mentore è stata fondamentale nella storia ed è probabile che rimanga la strada maestra per conseguire la conoscenza. Ma questo accade al di fuori delle aule; è sempre stato così e lo sarà sempre.

Sfortunatamente, l'organizzazione dell'insegnamento nella maggior parte delle università sembra essere fra le grinfie di una burocrazia asfissiante che costringe i ricercatori a conformarsi a ruoli specifici. Per come vedo le cose intorno a me, le Università sembrano muoversi verso quel' “insegnamento su copione” che sta diventando sempre più comunoe alle elementari ed alle superiori. Un tipo di insegnamento in cui agli insegnanti viene detto esattamente, a volte parola per parola, cosa insegnare. Potrebbe essere un modo efficacie per insegnare i concetti fondamentali, ma è la perfetta antitesi della costruzione di quel rapporto mentore-allievo che è la base di ogni rale apprendimento. Inoltre, se non sono costretto da un copione, posso ancora raccontare ai miei studenti del picco del petrolio o di altri argomenti che li possano tenere svegli e lontani dalle chat on-line.

Se vogliamo seguire un approccio opposto, forse, alcuni vecchi modelli potrebbero essere ringiovaniti e scoprire di essere più adatti per lo sfruttamento della “nuvola” verso cui la maggior parte dell'informazione si sta muovendo. “L'insegnamento a lunga distanza” era considerato un'Università di seconda classe, ma ha la buona caratteristica di non richiedere il tipo di lezione noiosa e ritualizzata richiesta nell'Università convenzionale. Un istituto per l' insegnamento a lunga distanza come lUNED in Spagna potrebbe essere un caso interessante da esaminare. Hanno fatto un buon lavoro in aree come il picco del petrolio. In questo tipo di Università, gli studenti non siedono in aule, almeno per la maggior parte del tempo. Essi studiano a casa e passano un paio di settimane di interazione intenza con i loro insegnanti nela sede della scuola. Forse potrebbe essere un modo per cominciare, sebbene al momento queste scuole sono ancora prese in considerazione per il potenziale che hanno.

E che dire della ricerca? Ho parlato di “Picco dell'Università” in relazione all'insegnamento, ma questa non è la sola attività nelle università, naturalmente facciamo anche ricerca. Su questo lasciatemi dire solo che credo che abbiamo raggiunto il picco nella ricerca in modo analogo. La ricerca è diventata un gioco elaborato che giochiamo coi burocrati e che ha più che altro a che fare con l'acquisire denaro che poi deve essere usato per seguire regole arcane che coinvolgono tabelle, pietre miliari ed obbiettivi. L'intera macchina, per lo più porta a massicci reporta che nessuno legge. Tutto ciò mi ricorda la poesia sovvenzionata dallo stato ai tempi dell'Unione Sovietica.

Quindi, se siete arrivati fin qui, credo di dovermi scusare per questa mia tirata. E' scritta di getto, appena rientrato da quella scuola a Feltre che ho menzionato all'inizio. Il tutto non è da ritenersi una disussione completa della materia e lasciatemi dire, in aggiunta, che non significa affatto che voglia denigrare i competenti e dedicati organizzatori di questa scuola, né gli studenti brillanti,  premurosi e partecipativi che l'hanno frequentata. Forse possiamo discutere più a fondo di queste materie nei commenti.

domenica 3 luglio 2011

Barzelletta sul picco del petrolio


Lo so, lo so, questa non è una barzelletta originale, è una vecchia, riadattata. Ma non ci sono così tante barzellette sul picco del petrolio, in realtà nessuna che io sappia - così ora almeno ce n'è una. Mi venne in mente con qualche birra dopo la cena sociale durante la conferenza a Barbastro sul picco del petrolio. Se non ricordo male (sapete, tutte quelle birre….....) raccontai un prima versione della barzelletta in quella occasione, poi Pilar Carrero l'ha perfezionata su due piedi con un finale migliore. Quindi, ecco qua un lato più leggero del problema del picco del petrolio!


Versione in Inglese su "Cassandra's Legacy" Traduzione in Italiano di Alessandro Corradini


Un geologo sta facendo indagini per trovare del petrolio greggio, da qualche parte in un deserto. Scavando qua e là, egli trova una vecchia lampada ad olio. La stappa e, di colpo, esce un grande, formidabile genio. Sovrastando il geologo, il genio parla con voce tonante:

Genio - Mortale, mi hai liberato da mille anni di reclusione in questa vecchia lampada. Feci giuramento che avrei soddisfatto il desiderio di chiunque mi avesse liberato; quindi ora, esprimi il tuo desiderio!

Geol.. - "Oh, genio, ciò è molto carino da parte tua ........"

Genio - "Allora, Mortale, parla!"

Geol.. - "Beh, penso di non voler niente per me, preferisco chiedere qualcosa di utile per tutti. Quindi, Genio, potresti risolvere il problema del picco del petrolio..?"

Genio - "Mortale, considera che sono stato chiuso dentro quella stupida lampada per mille anni. Ti prego, spiegami cos'è il "problema del picco del petrolio ".

Geol.. - "Ah ... vedi, ha a che fare con il petrolio greggio ......"

Genio - "Ovvero.......?"

Geol. - "E' come l'olio per quelle lampade - quella da cui sei uscito tu. Ma lo usiamo per molte più cose, come le automobili ....".

Genio - "Automobili?"

Geologo - "Una specie di tappeti magici, ma su ruote."

Genio - "Ah....".

Geol. - "E poi, vedi, abbiamo bisogno di un sacco di questo petrolio, perché abbiamo molte automobili ...."

Genio - "E il problema è ....?"

Geol. - "Beh, sai, il petrolio si è formato molto tempo fa come il risultato della sedimentazione di materiale organico in condizioni anossiche. Il processo chiamato diagenesi porta alla formazione di kerogene e poi, a temperature e pressioni sufficientemente elevate, alla formazione di idrocarburi a catena lunga che si raccolgono in formazioni chiamate anticlinali ....."

Genio - "Anticlinali?"

Geol. - "Sì, anticlinali. Cupole saline, di solito, una piega in cui il petrolio si accumula a causa del principio di Archimede. E'da lì che si estrae il petrolio greggio e, vedi, quello che ci servirebbe è un modo per riempire di nuovo le anticlinali ..."

Genio - "Un attimo, figliolo. Sai, io sono un genio del deserto. Non so niente di petrolio greggio, diagenesi, anticlinali.... Voglio dire, posso creare le cose; sono un essere soprannaturale, dopo tutto. Ma quel che mi stai chiedendo; che diamine; è troppo - riempire anticlinali con il petrolio greggio? Non puoi pensare a qualcosa di più semplice per il tuo desiderio?

Geol. - "Hmmm ..... sì, capisco. Spiacente, stavo chiedendo qualcosa di molto difficile. Forse potrei pensare a qualcosa di più semplice.

Genio - "Grazie ......"

Geol. "Fammici pensare.... Sì, c'è una cosa che ho sempre desiderato. Vorrei essere in grado di capire le donne."

Genio - "........."

Geol.. - ".........."

Genie - "Vediamo ...... mi ridici di queste anticlinali?"

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E questa è Pilar (Pili) Carrero, co-autrice della barzelletta

venerdì 1 luglio 2011

Meta-Cassandra



Come sapete, qualche mese fa mi sono messo all'anima di fare un blog in Inglese, "Cassandra's Legacy" che non è stato, per ora, una traduzione della versione Italiana ma un blog con tematiche originali; centrato soprattutto sulla modellizzazione del collasso delle civiltà.

I risultati sono interessanti. In termini di numero di lettori, la Cassandra italiana batte tuttora quella inglese, ma i miei post in inglese hanno una diffusione molto superiore. Quasi sempre, quando pubblico qualcosa su "Cassandra's Legacy" questa rimbalza su "the energy bulletin" alle volte compare su "Financial Sense" su "The Oil Drum" su "peakoil" e parecchi altri. Questi sono tutti siti internazionali, con impatto in termini di numero di lettori che è come minimo 10 volte superiore a quello di siti italiani, anche di moderato successo come "Effetto Cassandra". Non so quantificare quanta gente legga i miei post in inglese, ma se cercate "Ugo Bardi" su Google, il risultato è veramente uno sfracello di pagine.

Ora, tenere in piedi due blog insieme è un certo lavoro (anzi di più; perché scrivo anche su due altri blog: "nuove tecnologie energetiche" e "AspoItalia"). Vi dirò francamente che comincio a essere un tantinello stressato. Sto cercando di gestire le cose come posso; in particolare sto cercando di far convergere la versione italiana di Cassandra su quella inglese.

Mi spiego - ci sono molti post su Cassandra in Italiano che hanno scarso interesse per il pubblico internazionale; per esempio quando prendo in giro certi strampalati personaggi come "Gatto Silvestro" Claudio Costa. Viceversa, la maggior parte - se non proprio tutti - i post in inglese hanno interesse anche in Italia. In sostanza; cercherò di privilegiare la Cassandra anglo-sassone.

Questo implica un certo cambiamento di stile e di soggetto per il blog in Italiano. Finora, mi ero dedicato parecchio allo sbugiardamento dei diversamente esperti di clima. Opera che mi da una certa soddisfazione, ma è anche vero che far notare agli imbecilli la loro imbecillità raramente li fa rinsavire. Per cui, cercherò di allargare un po' la tematica e gli interessi di Cassandra-Italy per accogliere le traduzioni da Cassandra-International. Il risultato dovrebbe essere una specie di "Meta-Cassandra". E' una tendenza che forse avete notato già negli ultimi post.

Ovviamente, tradurre in italiano i post in inglese non è cosa da poco. Qualcosa ho fatto, ogni tanto. In più, ringrazio Massimiliano Rupalti che mi ha dato una mano per svariate traduzioni. Se qualche altro volontario ha voglia di darmi una mano, grazie!

Così, con meta-Cassandra proseguiamo verso mete ignote.